La Giunta per il regolamento del Senato italiano ha deciso questo mercoledì pomeriggio che la Camera alta della Repubblica dovrà votare a scrutinio palese sulla decadenza, per effetto della legge Severino, di Silvio Berlusconi dalla carica di parlamentare. I membri del Senato dovranno perciò esprimersi pubblicamente sul futuro dell'ex premier, assumendosi la responsabilità di un loro eventuale voto contrario alla linea del partito di appartenenza.
La decisione è stata presa con sette voti a favore e sei contrari. La decadenza di Berlusconi giunge dopo la condanna definitiva per frode fiscale emessa dalla Corte di cassazione lo scorso agosto nell’ambito del processo Mediaset. Lo scorso 4 ottobre la Giunta aveva dato parere favorevole alla decadenza del Cavaliere.
PDL: “Ci saranno conseguenze”
Non sono mancate le reazioni fra i cosiddetti falchi (i parlamentari “lealisti” vicini a Berlusconi): “È un voto politico che consentirà al Partito democratico di imporre un voto contro Berlusconi”, ha affermato il capogruppo PDL al Senato Renato Schifani . A farli eco ci ha pensato Renato Brunetta (capogruppo alla Camera): “Una decisione contra personam e senza senso”. Diametralmente opposta la reazione di Guglielmo Epifani, segretario del PD, che afferma di “rispettare la decisione della Giunta” e che “la legge è uguale per tutti”.
Certo è che si prospettano tempi difficili per l’Esecutivo di larghe intese guidato da Enrico Letta (PD). L’ormai probabile decadenza di Berlusconi aprirà quasi sicuramente ad una crisi di Governo. Se dovesse essere estromesso da Palazzo Madama, Berlusconi perderebbe l'immunità parlamentare e andrebbe incontro alla pena definitiva a cui è stato condannato: quattro anni di detenzione – di cui tre condonati grazie all’indulto del 2006 – e due anni di interdizione dai pubblici uffici.
LudoC.
La legge Severino
La Legge Severino prende il nome dal ministro della giustizia del Governo Monti (2011-2013) ed è il testo unico in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. È entrata in vigore il 5 gennaio 2013.