Gianpaolo Tarantini gestiva una vera e propria “agenzia di reclutamento” attraverso la quale, dietro pagamento di un corrispettivo in denaro elargito di solito da Silvio Berlusconi, le ragazze fornivano “servizi consistenti in prestazioni sessuali”: lo scrive il giudice di Bari Ambrogio Marrone, nelle motivazioni della condanna a un anno dell’avvocato Salvatore Castellaneta, pronunciata in dicembre per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Dagli atti del processo, si legge ancora, “emerge uno sconcertante quadro della vita privata dei soggetti coinvolti, dalle ragazze stesse sino all’allora presidente del Consiglio”.
Sono 26 quelle citate, tra stralci di intercettazioni e verbali, per 21 episodi contestati e risalenti al periodo compreso fra il settembre 2008 e il maggio 2009. Fra di esse, spiccano i nomi di Manuela Arcuri e Sara Tommasi.
ATS/ANSA/pon