La Danimarca ha organizzato per giovedì un referendum. Il popolo dovrà approvare o meno il rafforzamento della partecipazione del paese ai programmi europei di sicurezza. Lo scrutinio, il cui esito è incerto, mette in gioco temi quali la paura del terrorismo, l’immigrazione e i rapporti con l’Unione europea.
Il principio del referendum è stato approvato nel 2014 malgrado la resistenza della destra euroscettica (DF), arrivata seconda alle legislative di giugno. "Più UE? No, grazie", è lo slogan scelto dal DF che teme rischi per la politica migratoria danese e in particolare per la ripartizione dei profughi, un argomento forte benché la Danimarca abbia accolto finora 10 volte meno migranti che la Svezia, sua vicina.
Poliziotto danese e una piccola rifugiata, settembre 2015
Il "sì" è invece appoggiato dai liberali del premier Lars Lokken Rasmussen e dai socialdemocratici. Dopo gli attentati di Parigi, il Partito popolare socialista ha pubblicato sul suo sito una foto di François Hollande davanti al Bataclan il 13 novembre e il testo: "La crisi dei migranti, il terrorismo transfrontaliero, il traffico di esseri umani e il dumping sociale sono sfide che non possiamo affrontare da soli".
afp/ZZ