Il no al referendum greco pone un serio dilemma all’Unione europea: spingere Atene all’uscita dalla moneta unica o mantenere il paese comunque nell’eurozona? Oggi, lunedì, è già in programma un incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande. Dalle discussioni potrebbe emergere un primo abbozzo di proposta da valutare in sede di euro summit in calendario martedì.
Gli elettori ellenici hanno respinto al mittente le minacce della vigilia, allorquando diversi leader europei avevano equiparato il referendum a un voto pro o contro l’euro e l’Unione. UE che si è trovata, divisa e impreparata, ad affrontare una crisi senza precedenti dalla sua fondazione.
Per alcuni analisti, alla luce dei risultati referendari, è oggi compito delle istituzioni comunitarie dare alla Grecia una nuova chance negoziale soprattutto per evitare una possibile catastrofe finanziaria che esporrebbe la Grecia, in tempi assai brevi, a dire addio alla moneta unica. Negoziati che si preannunciano assai difficili visto che il ministro tedesco dell’economia Sigmar Gabriel ha affermato che una nuova tornata di discussioni è difficilmente immaginabile.
Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha ipotizzato che vengano erogati dei fondi d’emergenza a Atene per consentire ai servizi pubblici di continuare a funzionare senza tuttativa escludere il ritorno alla Dracma per Atene. Il capo dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha rilevato che il risultato del referendum è "fonte di grande rammarico per l'Europa e per la Grecia". Il ministro delle finanze slovacco Peter Kazimir (molto vicino al rigore finanziario del modello tedesco), ha sostenuto che a questo punto "l'uscita di Atene dall'euro è una possibilità più che reale".
Red.MM/ATS/ANSA/AFP/Swing
PP 12.00 del 06.07.15 - La corrispondenza di Tomas Miglierina