Due giovani ebrei ultraortodossi sono stati incriminati domenica per il rogo a Duma (Cisgiordania) nel quale la scorsa estate morirono tre membri di una famiglia palestinese (tra le vittime anche un bimbo di soli 18 mesi). I due ultraortodossi sono sospettati di appartenere a "una organizzazione terroristica ebraica e di aver portato a termine attacchi terroristici". Altri tre estremisti, riferisce radio Gerusalemme, sono stati incriminati per altri attacchi antiarabi.
Il rogo nel villaggio di Duma, vicino a Nablus, era stato appiccato con bottiglie incendiarie. Morirono il padre, la madre e il piccolo Ali Dawabsheh (sopravvisse solo il fratellino di 4 anni). Sulle pareti della casa bruciata era stato scritto in ebraico: "Vendetta" e "Viva il Messia". All'epoca degli omicidi Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abbas, aveva dichiarato Israele responsabile del "crimine odioso" di Duma per aver sistematicamente esteso la colonizzazione e aver garantito impunità ai coloni. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu si era dichiarato "sconvolto dal terribile crimine". "Si tratta di terrorismo a tutti gli effetti. Israele mantiene un atteggiamento ferreo contro il terrorismo, quali che ne siano gli autori'', aveva detto.
ATS/M.Ang.
RG 18.30 del 3 gennaio 2016 La corrispondenza di Michele Giorgio
RSI Info 03.01.2016, 18:59
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