Il partito centrista israeliano Wesh Atid ha presentato martedì alla Knesset (il Parlamento) una bozza di legge per l’introduzione del matrimonio civile, oltre che di una prima forma di nozze gay, in Israele, paese in cui l’unica unione valida per il momento è quella religiosa.
Mentre altri partiti centristi appoggiano l’iniziativa, essa è osteggiata dalle influenti liste della destra nazionalista e di quella confessionale ebraica.
Nel paese mediterraneo i matrimoni sono celebrati da rappresentanti riconosciuti delle religioni praticate dagli sposi. La proposta di legge vuole venire incontro a chi non può o non vuole celebrare un’unione religiosa. Fino ad adesso queste persone sono state costrette a sposarsi all’estero (scelta fatta nel 2011 da circa 9'000 coppie) oppure a rinunciare del tutto al vincolo nuziale.
E’ però la proposta di legalizzare le unioni gay che rischia di scatenare le maggiori polemiche e suscitare le resistenze più forti nel Parlamento attuale, e questo nonostante Tel Aviv abbia la reputazione di capitale mondiale degli omosessuali.
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