La controversa Fondazione umanitaria di Gaza termina la sua missione

La Fondazione umanitaria di Gaza (FHG), organizzazione sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele, ha annunciato lunedì la fine definitiva delle sue attività nella Striscia di Gaza. Questa decisione segna la fine di un’iniziativa che, fin dal suo inizio, è stata al centro di numerose polemiche e critiche.

L’organizzazione aveva scelto di operare indipendentemente dalle Nazioni Unite e dalle agenzie umanitarie già presenti nella regione, decisione che aveva sollevato perplessità. Durante i suoi quasi sei mesi di attività, la FHG afferma di aver distribuito 187 milioni di pasti nella Striscia di Gaza, un territorio che conta circa due milioni di abitanti. Tuttavia, l’efficacia e la sicurezza di queste operazioni sono state messe in discussione.

Uno degli aspetti più problematici è stata proprio la localizzazione dei punti di distribuzione, situati principalmente nel sud del territorio, lontano dalle aree dove si erano rifugiati molti sfollati a causa dei combattimenti. Questa scelta ha costretto centinaia di palestinesi a intraprendere pericolosi viaggi per raggiungere gli aiuti, con conseguenze tragiche. Numerose persone hanno perso la vita nel tentativo di accedere a questi punti di distribuzione, spesso a causa del fuoco aperto dall’esercito israeliano su coloro che si avvicinavano troppo alle posizioni militari.

La fondazione aveva già sospeso le sue operazioni dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco il 10 ottobre e l’annuncio di lunedì conferma la fine definitiva di questa controversa iniziativa.