Il Parlamento spagnolo ha detto ‘no’ al referendum indipendentista della Catalogna ma non ha chiuso del tutto la porta in faccia alla regione iberica lasciando uno spiraglio per una riforma costituzionale. La bocciatura a larghissima maggioranza era scontata.
Meno il dibattito, in un'aula affollata, con un unico grande assente: il presidente catalano Artur Mas, rimasto nel suo quartiere generale. Nei quaranta minuti di intervento, il premier spagnolo Mariano Rajoy (Partido Popular) ha fatto appello ad argomenti giuridici, sentimentali ed ha insistito sulle insidie del progetto secessionista, nello sforzo di convincere i catalani della sua volontà di dialogo.
Solo al termine dell'intervento, Rajoy ha indicato una via d'uscita: "Il no non significa chiudere tutte le porte. C'è ne è una spalancata: chi non è d'accordo con l'attuale stato delle cose, si attivi l'iter per riformare la costituzione.
Red.MM/ANSA/Swing
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La reazione degli indipendentisti
Il Parlamento di Madrid, dopo 7 ore di dibattito, ha espresso iun secco no al referendum catalano con 299 contrari, 47 voti favorevoli e 1 astensione. "Il processo continua, andiamo avanti. Non ci può fermare la decisione del Parlamento spagnolo". Così il presidente della Generalitat, Artur Mas, in dichiarazioni ai media, ha commentato la bocciatura nel Parlamento di Madrid della proposta di legge catalana per un referendum indipendentista. "Oggi si è perduta un'altra opportunità, l'ha perduta il governo di Mariano Rajyo", ha detto Mas. "Non ci hanno voluto dare una mano", ha detto, aggiungendo che "la nostra mano resterà tesa".