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Serbia, un anno dall'alluvione

Reportage da Obrenovac, la città più colpita dalla "peggiore catastrofe naturale della storia del paese"

  • 18.07.2015, 11:18
  • 07.06.2023, 10:48
Le costruzioni più antiche sono quelle che hanno subìto i danni maggiori

Le costruzioni più antiche sono quelle che hanno subìto i danni maggiori

  • RSI/mrj

Siamo a Obrenovac, località a 33 chilometri da Belgrado, letteralmente messa in ginocchio dal maltempo un anno fa. Le alluvioni della notte tra il 15 e il 16 maggio del 2014 portarono morte e distruzione in tutta la regione, e in particolare in questa città di 25'000 abitanti. Abbiamo deciso di ritornare nuovamente in quei luoghi, che avevamo già visitato pochi giorni dopo le inondazioni.


Case distrutte, animali morti ovunque, strade dissestate: queste le immagini che hanno fatto il giro del mondo e che oggi sembrano essere solo un vago ricordo. Girando per le strade della cittadina, infatti, quell'evento nefasto non sembra essere mai passato da queste parti: le case sono state ricostruite e i collegamenti viari ripristinati.

Nessuna traccia delle inondazioni

Nessuna traccia delle inondazioni

  • RSI/mrj


I segni di quella che è stata definita la peggiore catastrofe naturale che abbia mai colpito il paese sembrano essere stati cancellati. Numerosi i negozi, bar e ristoranti aperti.

La stazione dei bus, completamente allagata un anno fa, è tornata a funzionare normalmente

La stazione dei bus, completamente allagata un anno fa, è tornata a funzionare normalmente

  • RSI/mrj

Nel nostro viaggio incontriamo Irena, che ci accompagnerà nella visita della città. È una parruchiera di 35 anni che, seppur non in prima persona, ha vissuto molto da vicino quanto successo nel maggio 2014. "In quei giorni mi trovavo a Belgrado, al quinto mese di gravidanza. Quando ho sentito le prime voci di possibili inondazioni ho deciso di restare nell’appartamento che possiedo nella capitale", ci racconta mentre sorseggiamo un caffé.

L’inondazione

"L’inarrestabile aumento del livello dell’acqua è iniziato intorno all’una del mattino, fino alle 3.00, però, tutti [media e autorità, ndr] sostenevano che la situazione fosse sotto controllo e che non vi fosse nessun motivo di panico", aggiunge, "L’allarme è scattato solamente alle 5.00, quando era ormai troppo tardi per tutti e quando la città era inaccessibile a piedi o in auto a causa dell'acqua che aveva invaso ogni cosa".

Zanzare e ratti ovunque

"Quando le acque hanno iniziato a ritirarsi, le zanzare sono state un vero problema. Questo nonostante siano state utilizzate grandi quantità di insetticidi. La situazione è tornata alla normalità solo oggi, a distanza di un anno", spiega la nostra compagna di viaggio, che prosegue: "Così non è invece per i ratti, che sono dappertutto, e questo non sembra preoccupare nessuno. Le canalizzazioni fognarie, ancora oggi, non funzionano correttamente. Appena piove un po’ più del consueto, le strade si allagano e loro, come se niente fosse, se ne vanno a passeggio."

Molte persone traumatizzate

"Per quanto possa sembrare strano, non c’è stata nessuna epidemia in seguito alle alluvioni", ci ricorda Irena, prima di sottolineare: "Sono comunque numerose le persone che a causa di quanto vissuto hanno dovuto consultare, e consultano, psicologi e psichiatri. Persone rimaste traumatizzate a tal punto che ancora oggi, appena inizia a piovere, diventano ansiose e hanno addirittura paura di uscire di casa".

Un anno dopo cosa è cambiato?


"Cos'è cambiato da allora? Da un lato nulla, poiché si continua a costruire, spesso abusivamente, in aree ad alto rischio. Dall'altro, è cresciuta l'attenzione di alcuni cittadini, che hanno stipulato un’assicurazione, cosa che prima praticamente nessuno faceva", ci rivela la nostra interlocutrice.

C'è chi ha preferito aggiungere un piano alla propria casa, invece di risanare il pianterreno

C'è chi ha preferito aggiungere un piano alla propria casa, invece di risanare il pianterreno

  • RSI/mrj

Acqua, oro blu

"Un altro dramma di quei giorni era la carenza d'acqua potabile", continua la giovane mamma ripercorrendo quei momenti. "Approfittando della situazione, commercianti senza scrupoli vendevano bottiglie di acqua a prezzi esorbitanti. Grazie all’intervento del Governo, tutto è tornato alla normalità in breve tempo. Le autorità, infatti, hanno promulgato una legge stando alla quale i prodotti di prima necessità non possono subire variazioni di prezzo che vadano oltre il 5%, indipendentemente dalla zona geografica o dal tipo di negozio".

La ricostruzione


"I lavori per la ricostruzione sono iniziati rapidamente, grazie anche all'intervento dello Stato, che ha distribuito ad ogni nucleo famigliare fino a 600'000 dinari [ovvero 5'200 franchi, ndr]. Una somma modesta per chi però ha perso tutto, ma per fortuna sono giunte anche donazioni dall’estero. Nemmeno queste, però, sono bastate per far fronte a tutte le ingenti spese", prosegue Irena.

01:13

Non tutti hanno finito i lavori

RSI Info 17.07.2015, 18:03

  • RSI/mrj

Obrenovac, altre testimonianze

La solidarietà dei richiedenti l'asilo

"Appena è iniziata l’emergenza, i richiedenti l'asilo, che erano ospitati nel motel all'entrata della città, hanno dimostrato grande solidarietà: sono stati loro i primi a prestare aiuto e a trarre in salvo le persone in difficoltà. Sono stati loro i primi a lavorare instancabilmente mettendosi a disposizione, giorno e notte, dei soccorritori", testimonia la nostra accompagnatrice.

Marija Milanovic

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