Almeno 33 palestinesi sono rimasti uccisi a Gaza negli ultimi raid dell’esercito israeliano che hanno colpito oltre 100 obbiettivi, proprio mentre a Doha si devono svolgere trattative indirette tra israeliani e Hamas sul raggiungimento di una tregua che gli Stati Uniti hanno definito a un passo dalla conclusione. Una tregua che prevede anche il graduale rilascio degli ostaggi.
Ieri, l’ufficio del premier israeliano Netanyahu ha definito inaccettabili le richieste di Hamas, ma ha comunque inviato a Doha una delegazione di negoziatori (essenzialmente funzionari militari e dell’intelligence) mentre il premier si prepara a partire per gli Stati Uniti, dove domani (lunedi) sarà ricevuto da Donald Trump. È il suo sesto viaggio alla Casa Bianca da quando Trump è ritornato presidente.
Dopo le manifestazioni di ieri (sabato) da parte di parenti degli ostaggi e loro simpatizzanti, oggi è intervenuto il presidente israeliano Isaac Herzog. Al termine un colloquio bilaterale con il premier, il capo dello Stato ha diffuso un comunicato in cui sottolinea l’urgenza di arrivare a un accordo sulla liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco “anche quando comporta decisioni difficili, complesse e dolorose”.
Israele potrebbe riammettere le ONG internazionali
Intanto si è appreso che Israele sta pensando di permettere nuovamente alle organizzazioni internazionali di distribuire beni di prima necessità nella parte settentrionale della Striscia di Gaza. Il Times of Israel ha riferito domenica che il gabinetto di sicurezza ha approvato un piano in tal senso. Dalla fine dello scorso mese di maggio della distribuzione si occupa la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), la fondazione israelo-americana al centro di varie critiche.
Hamas contro Abu Shabab
Hamas e alcune fazioni alleate hanno annunciato l’intenzione di giustiziare i membri di Abu Shabab - un clan beduino che opera nella zona di Rafah, al confine con l’Egitto - dopo che questi hanno ammesso di cooperare con le forze israeliane. Il gruppo ha ricevuto armi da Israele, su ordine di Netanyahu ma senza il consenso del gabinetto di guerra israeliano, scrive il Times of Israel.
Netanyahu aveva ammesso giovedi di avere attivato dei gruppi palestinesi ostili ad Hamas. Si tratterebbe di bande jihadiste vicine anche all’IS. Per Hamas sono “agenti del nemico destinati alla pattumiera della storia”. Hamas accusa Abu Shabab di tradimento, spionaggio, collaborazionismo e ribellione armata. In un’intervista al canale in lingua araba della radio pubblica israeliana Kan, il loro leader, non esclude una guerra civile con Hamas.
Lula parla di genocidio
“Assolutamente nulla giustifica le azioni terroristiche perpetrate da Hamas. Ma non possiamo rimanere indifferenti al genocidio praticato da Israele a Gaza, all’uccisione indiscriminata di civili innocenti e all’uso della fame come arma di guerra”. Lo ha detto il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, aprendo il vertice del BRICS, a Rio de Janeiro.
Lula ha anche denunciato, non solo in riferimento al Medio Oriente, un crollo senza precedenti del multilateralismo nel mondo.