Berna continuerà a insistere con Roma per un trattamento equo sul tema del rientro dei capitali. Lo ha dichiarato la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, che ha incontrato a Washington, per la prima volta, il suo nuovo collega italiano, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, in occasione del vertice primaverile del Fondo Monetario Internazionale.
“Per come è strutturata la legge, in discussione al parlamento italiano a maggio, ci sarebbe una discriminazione nei confronti dei clienti italiani titolari di conti nelle banche svizzere rispetto a quelli che, ad esempio, hanno risparmi in Francia o Austria. Abbiamo detto che non lo accettiamo e su questo sono necessarie altre discussioni”, ha spiegato la consigliera federale.
Nel faccia a faccia con il ministro italiano, Eveline Widmer-Schlumpf ha affrontato anche il tema dei frontalieri. “Abbiamo discusso concretamente le proposte: chi tassa che cosa, quali sono le condizioni, come definire gli stessi lavoratori”.
ats/RG/joe.p.
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La corrispondenza di Thomas Paggini
RSI Info 13.04.2014, 14:32
"Servono riforme strutturali"
La ministra elvetica ha detto che il FMI prevede una timida ripresa e un ritorno alla crescita negli USA e in Europa, con in testa la Germania. Anche nei paesi emergenti si attendono miglioramenti. Sulla politica monetaria, Widmer-Schlumpf ha sottolineato che le scelte espansionistiche praticate dagli USA servono soltanto ad alleviare i sintomi. Occorrerebbero piuttosto riforme strutturali.
Abate: "Serve concretezza"
Fabio Abate, consigliere agli Stati ticinese: “E’ una conferma che le discussioni sono in corso, tuttavia deve giungere anche la certezza che si muova qualcosa di concreto: sostanzialmente che ci sia una disponibilità da parte dell’Italia ad ascoltare con maggiore attenzione quelle che sono le nostre prerogative. Perché sappiamo che c’è una sproporzione da parte dei due partner rispetto a quello che la Svizzera ha bisogno di negoziare e quello che l’Italia vuole che sia risolto”. E sui frontalieri la competenza è del Consiglio federale, ma la pressione esercitata dalla Commissione delle finanze degli Stati “non può non essere sentita al tavolo delle trattative”.
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Il servizio di Francesca Torrani
RSI Info 13.04.2014, 20:11