Il G8, apertosi oggi in Irlanda del Nord, ha rivelato profonde divergenze tra Russia ed Occidente sul tema del conflitto siriano.
La conferenza di pace Ginevra 2, proposta in maggio da Mosca e Washington per un avvio dei negoziati tra i protagonisti della guerra è ancora improbabile, alla luce delle differenze emerse durante quello che è stato il primo incontro bilaterale da un anno tra i due Paesi.
Alla vigilia del G8, il capo del Cremlino Vladimir Putin, il cui paese è un forte alleato del regime di Damasco, si è mostrato particolarmente ostile, mettendo in guardia le altre nazioni contro ogni velleità di armare i ribelli.
Il tema siriano ha anche eclissato le discussioni sull'accordo di libero scambio tra Stati Uniti ed Europa.
La posizione europea sulla Siria
Il presidente francese François Hollande ha criticato sin dal suo arrivo a Lough Erne il ruolo di Mosca, che continua a fornire armi al regime di Bashar al-Assad, mentre l'opposizione, che ne riceve pochissime, è vittima di un massacro.
Parigi, insieme a Londra, ha tolto a fine maggio l'embargo europeo sulle armi. Si sono poi detti favorevoli ad un aiuto più importante ai ribelli, nonostante non abbiano ancora deciso di passare all'atto.
Al-Assad minaccia l’Europa
Dal canto suo, il presidente al-Assad ha messo in guardia gli europei: se forniranno armi ai ribelli, il loro continente diventerà terreno fertile per il terrorismo e ne pagherà le conseguenze.