Il video delle violenze a cui è stata sottoposta una recluta ticinese, a Emmen, ha suscitato molte reazioni, tra le quali quella della giustizia militare, che dovrà verificare le eventuali responsabilità penali per quanto accaduto. E proprio quel filmato ha sollecitato una ex recluta ticinese, che ai nostri microfoni ha voluto raccontare la sua esperienza. Una storia vissuta in prima persona, sempre ad Emmen, una decina di anni fa.
Recluta ticinese costretta a fare da bersaglio
RSI Info 16.10.2018, 21:23
“Nella camerata prima di dormire di solito gli ufficiali o i sottufficiali eseguivano un controllo, spiegando poi il piano del giorno seguente – ci racconta l’ex recluta, che ha chiesto l'anonimato -. Una sera le ultime parole del tenente furono che quella notte avremmo potuto non dormire … e che la cosa importante era di non colpire la faccia… Direttive date in modo vago, senza parlare di chi, ma per tutti era chiaro che parlavano di una recluta che doveva partire”.
Questa recluta era ticinese e, ci è stato spiegato, fin dall’inizio della scuola reclute era intenzionato a disobbedire agli ordini così da essere rimandato a casa.
“La notte prima della sua partenza, nell’arco di 5 minuti molti nella camerata si alzarono e utilizzando le loro cinture militari lo legarono al letto e cominciarono a colpirlo. È rimasto traumatizzato: aveva segni dappertutto”.
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CSI/ludoC