Basta con le regole che ostacolano la produzione e finiscono solo per favorire le importazioni dall’estero: è quanto chiedono i contadini ticinesi, riunitisi oggi (sabato) ad Aurigeno per la settantanovesima camera dell’agricoltura.
Il settore genera in Ticino oltre 120 milioni di franchi l’anno, una cifra di tutto rispetto, e può vantare già degli standard qualitativi altissimi, ma molti sembrano dimenticarselo.
“Negli ultimi vent’anni gli ostacoli normativi sono molto aumentati, mentre il budget per l’agricoltura è rimasto pressoché invariato” afferma il presidente degli agricoltori ticinesi Omar Pedrini. “Adesso basta: pensiamo prima al benessere delle nostre famiglie”.
Un esempio per tutti: i pagamenti diretti che la Confederazione concede a chi rinuncia all’uso dei pesticidi. Per certe produzioni, spiegano gli operatori del settore, non è una strada praticabile, perché senza prodotti fitosanitari non si riesce a raggiungere una quantità di prodotto che renda la coltura economicamente redditizia.
Altra questione, il lavoro domenicale: a volte è rumoroso, e non a tutti piace, ma gli agricoltori non hanno scelta, dipendono dalle condizioni atmosferiche, e la meteo in questi mesi non è certo stata di aiuto. Federviti, l’associazione dei viticoltori, ha già chiesto alle autorità cantonali di intercedere con i comuni affinché il lavoro domenicale non venga vietato. L’unione contadini è dello stesso avviso.
SEIDISERA del 18.05.2024 - Il servizio di Camilla Luzzani
RSI Info 18.05.2024, 21:53
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