Il Gran Consiglio ticinese - con 59 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto - ha dato il via libera mercoledì all'aumento dell'imposte per i frontalieri che risiedono nella fascia dei 20 km dal confine e che rientrano quotidianamente a domicilio, proposto dall'UDC.
Oggi, nel calcolo della componente comunale dell'imposta alla fonte, viene utilizzato un moltiplicatore al 78%, equivalente alla media a livello cantonale. Dal primo gennaio, si passerà al 100%, il massimo.
Il provvedimento è stato ampiamente condiviso, alcune voci contrarie si sono però sono alzate. “E’ una modifica dal sapore classista e xenofobo. Qualcosa con cui non voglio avere nulla a che fare”, ha tuonato Matteo Pronzini dell’MpS. “Voterò contro per distanziarmi da questo clima di ostilità nei confronti dei frontalieri che vengono ormai identificati come il male, in tutti gli ambiti “, ha spiegato Gianni Guidicelli del PPD. “Visto il clima voto no”, hanno detto all’unisono Gerri Beretta Piccoli (Verdi) e Carlo Lepori (PS).
Finanziariamente la riforma porterà 4 milioni e 300 mila franchi in più nelle casse del Cantone, quasi 8 in quelle dei Comuni, mentre 7 milioni e 800 mila franchi saranno riversati all'Italia.
Joe Pieracci
Dal Quotidiano:
RG 18.30 del 05.11.14 - Il servizio di Veronica Alippi