Ticino e Grigioni

Artificieri lontani, è polemica

I tempi lunghi suscitano dubbi. Gobbi: "I tempi sono cambiati. Non è più come con l'IRA e l'ETA"

  • 01.04.2016, 08:43
  • 07.06.2023, 18:53
Un artificiere zurighese esce dalla chiesa di San Rocco a Lugano

Un artificiere zurighese esce dalla chiesa di San Rocco a Lugano

  • ©Ti-Press

Fanno ancora discutere i tempi lunghi dell’intervento degli artificieri di Zurigo di ieri, giovedì a Lugano, svariate ore dopo che erano stati trovati un pacco e una valigia sospetti, nella chiesa di San Rocco e nell'area di Molino Nuovo. Dal Corriere del Ticino di venerdì sono giunte le precisazioni del direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.

Gobbi ha spiegato che quella degli specialisti zurighesi era la sola opzione possibile alla luce del concordato entrato in vigore in gennaio che prevede di far capo a questi ultimi, in possesso di uno speciale robot in azione in città, nell’eventualità di un allarme bomba nel nostro Cantone.

Il ministro ha precisato di aver subito avuto “dubbi viste le distanze che ci separano da Zurigo e l'intervento di ieri dimostra che le preoccupazioni erano corrette. Chiederemo soluzioni alternative per il Ticino”.

E il presidente del Governo rimarca infine che “i tempi sono cambiati. Con le Brigate rosse, l'IRA o l'ETA lo strumento dell'allarme bomba veniva utilizzato per fare pressione politica. Oggi, come accaduto a Bruxelles, chi organizza un attacco lo compie pochi minuti dopo aver piazzato l'ordigno e anche avendo in casa i migliori artificieri non si riuscirebbe a disinnescarlo". "Non siamo in un film hollywoodiano, in cui salta fuori un eroe e salva tutti", conclude.

EnCa

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