Ticino e Grigioni

Fiduciarie con i caveau

Cassette di sicurezza delle società sotto la lente dopo il presunto caso di riciclaggio di Rancate

  • 04.10.2014, 22:06
  • 06.06.2023, 23:25
Diverse fiduciarie hanno traslocato negli spazi lasciati vuoti dalle banche

Diverse fiduciarie hanno traslocato negli spazi lasciati vuoti dalle banche

  • ©tipress

L’ipotesi di reato per riciclaggio che ha coinvolto i vertici della Consulgroup SA di Rancate e che ha portato al fermo di una persona potrebbe estendersi anche alla gestione delle cassette di sicurezza affittate dalla società a privati. La fiduciaria occupa infatti gli spazi dove prima sorgeva la filiale della banca Raiffeisen di Rancate, la quale disponeva di questi servizi per i propri clienti.

Quello della ditta del Mendrisiotto, però, non è un caso isolato. Il fenomeno di fiduciarie che si spostano per occupare i locali lasciati liberi da istituti bancari è noto, non è ancora stato quantificato e preoccupa il settore.

Privati e società anonime non sottostanno infatti alle rigide normative a cui devono sottostare le banche. Le cassette di sicurezza possono così diventare il mezzo ideale per chi non vuole regolarizzare i propri capitali, i quali potrebbero anche essere provento di attività illecite.

Massimo Tognola, presidente dell’organismo di autodisciplina dei fiduciari del Canton Ticino, ammette che “c’è una lacuna legislativa: la legge sul riciclaggio di denaro non contempla quale attività d’intermediazione finanziaria l’affitto di cassette di sicurezza. Quindi chiunque può comperare un vecchio caveau di una banca e mettersi ad affittare le sue cassette”.

“La situazione fiscale e politica internazionale ha fatto sì che si sviluppasse questo fenomeno”, continua Tognola.

Tutto, quindi, è “perfettamente legale, ma è assolutamente necessario colmare questa lacuna legislativa” perché “la banca è obbligata ad identificare il cliente collegando la cassetta ad un conto; l’altro, non essendo intermediario finanziario consegna le chiavi, incassa il suo affitto, non è tenuto ad identificare la sua clientela e non deve preoccuparsi di quello che entra nella cassetta”.

È quindi, “a parte il problema fiscale - chiosa Tognola - è reale il rischio che vengano depositate armi, droga e qualsiasi altra cosa”.

Quot/Csi/red MM

Dal Quotidiano:

CSI 18.00 del 4.10.2014 Il servizio di Darco De Grussa

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