Il titolo del libro, pubblicato lunedì dalle edizioni LaRegione, è asciutto: “Il miracolo ticinese - Raccolta di satira, umorismo e omelie laiche tra il 2015 e il 2025.” Contiene succose riflessioni - attacchi critici e commenti satirici - sulla vita politica e mediatica ticinese. E la firma è quella ormai nota: Francesco Sottobosco. Uno pseudonimo dietro il quale non si sa chi ci sia veramente. Su Facebook è seguito da 4’125 follower e in questi 10 anni in rete i suoi post sono diventati virali. Per l’occasione della pubblicazione del volume, Sottobosco ha concesso un’intervista a Prima Ora. Ovviamente, mantenendosi fedele alla forma anonima.
Sono le sue memorie e fra un po’ non la sentiremo più? O è una ripartenza?
“È un tirare le somme”, digita Sottobosco nella chat-intervista con la RSI, “Dieci anni non sono pochi. Ho visto che il materiale era molto, anche troppo. Così quando mi è stato proposto di farne un libro, ho accettato. Scrivere un libro è il sogno di ogni radical chic che si rispetti. Non potevo dire di no”.
Lei si definisce radical chic. Allora le chiediamo subito, un po’ alla Gaber: Francesco Sottobosco è di destra o di sinistra?
“Sarei radicale, se esistessero ancora e non fossero una specie oramai estinta. Oggi le cose che dicevano i radicali vengono etichettate come ‘estrema sinistra’, ma non mi sono spostato io. Si sono mossi tutti gli altri”, risponde il misterioso autore di satira.
Cosa risponde a chi dice che la sua satira, la sua libertà, vengono dall’anonimato? Che, in fondo, lei non ci mette la faccia?
“L’anonimato è iniziato come prassi data dai tempi in cui internet non era così diffuso. Usare uno pseudonimo era normale. Ci tengo a sottolineare che non ho mai usato l’anonimato per insultare, diffamare o altro. Non ho mai tirato il sasso e nascosto la mano. L’anonimato mi permette di essere più libero di dire le cose come stanno e anche per limitare l’autocensura. Non lo uso per tirare colpi sotto la cintura”.
Forse la vera domanda è: fare satira mettendoci la faccia è ancora possibile?
“Io spero. Non è che non si è mai fatta. C’era anche in tempi recenti e poi è scomparsa. Secondo me oltre che bisogno ci sarebbe anche richiesta. Bisognerebbe lasciarla fare e permettere anche un confronto critico con chi detiene il potere. Io non ci metto la faccia, come dice lei, ed è vero, ma chi ce l’ha messa è stato silenziato. I nostri politici dovrebbero avere la pelle un pochino più spessa. Fa parte del gioco democratico”.
Scelga lei il post che dovrei leggere agli spettatori.
“Quello sull’incidente di Gobbi”, suggerisce Francesco Sottobosco. E recita: “Dall’esame del sangue della polcantonale risulta che Gobbi era ben al di sotto del limite alcolemico consentito: era al terzo mese di gravidanza”.

Come sta la satira in TV?
Kappa e Spalla 02.09.2025, 17:35
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