A 48 ore dalla scoperta del cadavere della maestra di Stabio le polizie italiana e svizzera hanno potuto annunciare un arresto. “Abbiamo appurato – ha detto l’ufficiale responsabile del Reparto Giudiziario 2, il primo tenente Marco Zambetti - che una persona vicina a lei si trovava in Italia (per motivi personali e non perché in fuga). Abbiamo dovuto attendere il suo rientro, ieri (martedì, ndr) a mezzanotte, dal Gaggiolo. Lì è stato posto sotto interrogatorio. Sono emerse delle ammissioni parziali che hanno portato al suo arresto. Si tratta del cognato 42enne della vittima. Un cittadino svizzero”.
L’uomo – sposato e padre di famiglia – sulla sua pagina Facebook precisa di essere nato a Campo San Piero (provincia di Brescia), di amare letteratura, musica e sport (pallacanestro) e di aver partecipato anche a “ZeroVero”, la trasmissione della RSI. Gentile e introverso, lo descrive chi lo conosce, nel 2002 aveva conseguito il Bachelor SUPSI in architettura, ma la sua professione attuale è quella di collaboratore informatico/sistemista al Dipartimento Ambiente Costruzione e Design (DACD) della SUPSI di Trevano.
Hobby? La scrittura. Lo attesta un libro firmato da lui (“Luci e ombre”). Parla del ritrovamento del cadavere di una giovane donna, un’universitaria: Jasmine. Parla di una città che non ha mai visitato – Erie, in Pennsylvania –. Fornisce il link di un sito per visitarla virtualmente e confessa: “(…) Io l’ho visitato dopo la terza stesura del romanzo e adesso ho ancor più voglia di visitare questa città del nord-ovest della Pennsylvania (...)".
L’inchiesta per stabilire il suo ruolo nel caso della maestra 35enne trovata morta nei boschi di Rodero, intanto, continua.
m.c.