"Il consiglio regionale della Lombardia si aspetta che il Canton Ticino prenda a cuore la vicenda relativa alla discarica degli inerti di Stabio, che non riguarda la popolazione residente nel cantone ma quella che risiede a Cantello, perché ciò che non è cosa buona per la salute degli amici svizzeri non può essere considerata buona anche per i cittadini italiani". Queste le cortesi ma affilate parole di Luca Marsico, presidente della Commissione ambiente e protezione civile di Regione Lombardia sulla terza fase dei lavori negli impianti di Stabio.
Il politico ed avvocato varesino apre al dialogo con il Dipartimento del territorio ticinese pur conscio che la tematica riguarda anche Berna. La sensazione che hanno un po' tutti "gli attori" coinvolti in questa vicenda, tuttavia, è che gli spazi di manovra siano davvero limitati. Si tratta della sovranità di decidere a casa propria, da una parte, e della necessità di tutelare i propri cittadini dall'altra. Qualcuno ne uscirà scontento. Da Milano, ancora nei giorni scorsi, hanno provato a fare la voce grossa tramite una risoluzione che, in sostanza, concede al Governatore Roberto Maroni il mandato di negoziare a Bellinzona per fermare o far spostare il frantoio per il "riciclaggio" degli inerti", una via difficile da percorrere. I lombardi proveranno a portare a casa, almeno, importanti opere di mitigazione per l'impatto ambientale.
A mediare, come spesso avviene nei piccoli centri urbani, arriva la voce del sindaco, Gunnar Vincenzi. "La questione dell'ultimazione della terza fase della discarica ci preoccupa e non poco - ha detto alla RSI - ma voglio rasserenare un po' gli animi di tutti dicendo che siamo stati contattati dalle autorità elvetiche. La vicenda del "frantoio", inutile negarlo, ha creato panico tra i nostri abitanti anche in seguito a dichiarazioni secondo le quali in quel sito andranno anche scarti di amianto. Noi abbiamo in quel punto abitazioni e attività. Polvere e rumore nessuno li vuole vicino alla propria casa. Abbiamo così fatto fare un'indagine ambientale ai nostri tecnici inviandola alle autorità svizzere insieme alle nostre osservazioni e saremo ricevuti dal consigliere di Stato Claudio Zali il prossimo 27 marzo".
Striscioni e fischietti riposti, dunque, in attesa di conoscere l'esito dell'incontro che il direttore del Dipartimento del territorio avrà con l'Amministrazione comunale di Cantello mentre il sindaco italiano, anche lui avvocato come il consigliere Luca Marsico, azzarda un pronostico. "Mi hanno detto che Zali è conosciuto come un "uomo di legge" - ha concluso - sono certo che questo è un buon inizio per mettere da parte bandiere ed inutili provocazioni post 9 febbraio, per parlare di ambiente e della salute dei cittadini. Visto che quest'ultima non conosce ramina".
Simone della Ripa
Il pensiero dell'associazione "Vivere Gaggiolo"
"La terza fase dei lavori nel sito di Stabio, dopo le prime due fasi, era quasi fisiologica", ha dichiarato Valerio Ostinelli di "Vivere Gaggiolo", comitato attento all'ambiente che molto si è battuto contro l'ampliamento degli impianti ticinesi al confine. "Siamo arrabbiati e preoccupati per il sito dove sarà posizionato il frantoio, i cittadini sono spaventati dalla possibile presenza di amianto. I livelli di attenzione nei confronti di questa sostanza sono diversi tra Italia e Svizzera, noi abbiamo davanti esempi come quello del Monferrato con la sua scia di morti. Non siamo una macchia bianca sopra una cartina come quella pervenutaci dal Ticino perché accanto a quella discarica, dopo quella zona tratteggiata, ci sono esseri umani, anche se non contemplati da una planimetria".
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