"È stato impressionante vedere come il Ticino si è dovuto attrezzare per affrontare questa ondata di rifugiati. Ho notato che la chiave del successo è la collaborazione: tra le guardie di confine e le autorità cantonali ma anche con le autorità al di là del confine". Sono le parole di Baschi Dürr, responsabile per la sicurezza nel Governo di Basilea, che - insieme ad alcuni colleghi - si è recato giovedì a sud delle Alpi per apprendere dai ticinesi come gestire un grande afflusso di migranti. A nord il problema non è così sentito, ma l'obiettivo è quello di essere pronti nel caso la pressione dovesse aumentare.
La differenza nel numero di entrate illegali c'è - come ha confermato Dürr - ma ci sono però alcune sfide che sono comuni ai due cantoni: "Siamo entrambi posizionati vicino alla frontiera e oltre al problema della migrazione c'è quello della criminalità. Il turismo criminale, persone che dall'estero vengono qui per delinquere, è un problema acuto anche da noi, perciò - in maniera analoga al Ticino - anche noi abbiamo deciso di rafforzare le guardie di confine".
Per quanto riguarda invece la possibilità di proporre un'iniziativa che segua le orme di "Prima i nostri", Dürr ha risposto che se ne parla, ma che al momento non è una priorità: "Per quanto riguarda il mercato del lavoro e i frontalieri la discussione non è così sentita, non c'è un dibattito politico così intenso legato alla paura che i frontalieri portino via il lavoro ai locali."
CSI/CaL