Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha accettato il ricorso di un giovane ticinese, a cui l’esercito aveva rifiutato il porto dell’arma di servizio perché considerato pericoloso a causa della sua dichiarata appartenenza a movimenti di estrema destra.
Il fatto che il ragazzo portasse un tatuaggio d’ispirazione fascista e condividesse ideologie estremiste “non è di per sé sufficiente per non ricevere l'arma personale, diventando così di fatto inabile al servizio”. Questa è la conclusione a cui sono giunti i giudici del TAF.
Le idee in questione, inoltre, “non eccedono quello che in genere viene espresso nel mondo politico o dalla stessa popolazione, in rapporto alle preoccupazioni della società legate all'immigrazione”. Poiché il ricorrente non si è mai reso protagonista di estremismo violento, presentarlo come un rischio per la società lede chiaramente il principio della proporzionalità e i suoi interessi privati.
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