Una storia di solidarietà femminile che attraversa le epoche. Un progetto innovativo e lungimirante che rimane attuale. Parliamo della cooperativa Residenza Emmy, che dal 1972 propone monolocali e bilocali a pigione moderata a persone anziane in una palazzina in Via Adamini a Lugano, nel quartiere di Loreto. Una cooperativa che si autofinanzia con gli affitti, frutto della coraggiosa iniziativa di una decina di associazioni femminili ticinesi che dal 1959 si sono battute per concretizzare questo avanguardistico progetto.

Alcuni scatti privati che ritraggono le fondatrici della Residenza Emmy, si riconoscono in particolare Emma Degoli e Maria Luisa Albrizzi
Allora non c’era l’AVS, non esistevano ancora case per anziani di qualità e le donne - in particolare le vedove - si confrontavano con grandi difficoltà in vecchiaia. Complesso era pure il quadro in cui le protagoniste di questa storia si sono mosse sul finire degli anni ‘50: le donne non avevano ancora il diritto di voto e per quelle sposate era necessaria una “dichiarazione di consenso maritale” per entrare in un consiglio di amministrazione. Nonostante queste avversità, costituirono una cooperativa e si misero alla ricerca di un terreno e di fondi per finanziare la costruzione della Casa per persone anziane.

Documenti che raccontano le diverse fasi che hanno portato alla nascita della Residenza Emmy
Tra mille difficoltà, grazie ad alcuni lasciti e a una convenzione con la Città di Lugano, finalmente la casa vide la luce e 53 anni fa aprì le sue porte ai primi inquilini. Ad amministrarla per oltre 40 anni, tendendo sempre un orecchio alle necessità di chi ne abiterà i mini appartamenti e beneficerà di attività ricreative comunitarie, sarà una delle fondatrici: Emma Degoli. In suo onore la Casa per persone anziane verrà ribattezzata Residenza Emmy.
Emma Degoli. Associate siam più forti
Domenica in scena 13.10.2019, 19:35
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Una storia custodita dagli Archivi Donne Ticino, che a questa impresa femminile hanno dedicato anche un libro curato da Karin Stefanski, Susanna Castelletti e Lorenza Hoffmann. Abbiamo chiesto alla collaboratrice scientifica Alice Gianola di mostrarci questi preziosi documenti, che raccontano da una parte l’avvincente avventura che ha portato alla creazione di una delle prime cooperative d’alloggio in Svizzera. Da un’altra, uno spaccato della società dell’epoca e dell’intraprendenza delle donne. “È un’iniziativa che è nata da donne per tutti, aperta verso qualsiasi persona in situazioni di bisogno”, ci ha detto. “È anche la testimonianza che le donne erano attive anche allora, nonostante nella storia le figure femminili risultino molto meno importanti proprio perché si muovevano in un’area un po più privata e meno pubblica. Storie di questo tipo testimoniano che invece le donne nella storia hanno fatto tanto, per le donne e per tutti”.

Il progetto originale della Residenza Emmy, custodito presso gli Archivi Donne Ticino
I tempi sono cambiati e anche le donne che oggi portano avanti questo progetto. La casa si sta trasformando per adattarsi alle nuove esigenze della società e alle fragilità della popolazione. Sul cantiere abbiamo incontrato la presidente della Cooperativa Residenza Emmy, Cristina Zanini Barzaghi. Oggi tutti gli anziani hanno le stesse difficoltà, tra uomini e donne ora c’è parità, ci ha spiegato, “quindi con questo nuovo progetto vorremmo avere anche degli appartamenti più grandi, per fare in modo di trovare pure donne bisognose, che non siano per forza anziane: famiglie monoparentali, che potranno anche un po’ arricchire la diversità della nostra piccola comunità”.

Il cantiere della Residenza Emmy, in Via Adamini a Loreto
Al timone, oggi come ieri, ci sono delle donne. “L’orgoglio nostro”, ci confida Cristina Zanini Barzaghi “è quello di portare avanti una un’iniziativa che è innovativa e lungimirante e lo dobbiamo alle generazioni precedenti. E lo dobbiamo anche fare per le generazioni future”.
Poche stanze molta vita (Storie, 03/05/2009)
RSI Audio Video 03.05.2009, 00:00