Domenica una mostra commemorativa, organizzata in piazza a Someo, ha voluto ricordare il centesimo anniversario delle due frane che quasi annientarono il villaggio valmaggese, per condividere un passato che a volte ritorna: dieci vittime, colate di fango, destini distrutti e un futuro da riscrivere.
Il 24 settembre del 1924 è stato per un secolo il Disastro con la D maiuscola fino allo scorso giugno, quando la natura si è accanita un’altra volta sulla Vallemaggia. Un evento raccontato dai nonni, perché le cicatrici non ci sono quasi più.

“L’unica cosa rimasta a Someo dopo l’alluvione del secolo scorso”, ricorda Maurizia Campo-Salvi, membro del comitato Centenario di Someo, “è un platano contro cui andò a schiantarsi una signora la cui casa venne abbattuta dalla frana. La donna fu salvata dai vicini ma morì alcuni giorni dopo all’ospedale”.
La ricostruzione di quanto successo cento anni fa è stata possibile grazie al ritrovamento di lettere e documenti ormai ingialliti, ritrovate nelle soffitte o Oltreoceano: “L’evento alluvionale ebbe una grande eco anche negli Stati Uniti dove risiedeva una folta colonia di ticinesi”, racconta Luca Invernizzi, membro del Comitato. “La risposta è stata esaustiva, si sono creati comitati di sottoscrizione per il versamento di quote”.

Casa Tognazzini “deve diventare un centro vivo e vivace, un centro di competenza animato da studenti e ricercatori, da interessati e anche da famiglie oriunde di Someo che vivono negli Stati Uniti che non vedono l’ora di leggere la loro storia ed imparare dal passato per ricostruire il futuro”, conclude Andrea Sartori, sindaco di Maggia.
