Ticino e Grigioni

Ticino, il grande inganno

Falò svela le truffe delle società "usa e getta" e gli altri reati economici emergenti

  • 09.06.2016, 23:22
  • 07.06.2023, 20:41
Il funzionamento di certe società rivelato dall'interno

Il funzionamento di certe società rivelato dall'interno

  • RSI

Le chiamano società "usa e getta". Agiscono nell'edilizia, ma anche nel terziario. Sfruttano i propri collaboratori. Truffano i clienti. Non rispettano né i contratti né le prescrizioni di sicurezza. Incassano indennità per dipendenti che non hanno mai avuto. Lasciano debiti. Fanno buchi milionari. Firmano contratti part-time coi dipendenti e poi li costringono a lavorare al 100 %. Raggirano i lavoratori, ma anche lo Stato, approfittando del sistema sociale.

"È arrivata la mafia"

"È una truffa vera e propria” confermano le testimonianze raccolte da Falò grazie a un’inchiesta che, entrando per la prima volta nei depositi della Sezione reati economico finanziari della polizia cantonale, ha svelato molti retroscena di quanto sta avvenendo.

"È arrivata la mafia”, sostiene un ex operaio di una cooperativa con sede a Lugano che dietro di sé ha lasciato un grave danno a tutta l’edilizia. Lavorava in sub sub sub appalto anche al PostParc di Berna, a due passi da Palazzo federale. Pagava i suoi dipendenti tra i 7 e i 10 euro all’ora. Ora il titolare è accusato di falsità in documenti, usura e inganno alle autorità per violazione della legge sugli stranieri.

Truffatori seriali

Ma ci sono i casi di quei personaggi che aprono una società e si auto attribuiscono lauti stipendi. Dopo pochi mesi di presunto lavoro, si mettono in malattia e dopo un po’ la società, completamente svuotata viene chiusa. E loro? Loro finiscono a carico della disoccupazione, sperando che i controlli non svelino il grande inganno.

Si tratta di società che generalmente sono domiciliate in Svizzera, ma hanno fortissimi legami con l’Italia. Preoccupano la magistratura perché rappresentano un fenomeno in netto aumento.

Esplodono i reati economici

Nel 2015, a fronte del ridimensionamento della piazza finanziaria ticinese, le inchieste per reati economici sono aumentate del 25%. "L'allarme è giustificato" afferma il procuratore generale John Noseda.

Al centro delle indagini ci sono casi semplici, ma anche clamorosi e clamorosissimi. Coinvolgono personaggi misteriosi stranieri e colletti bianchi nostrani. Come il fiduciario Danilo Larini arrestato lo scorso novembre e che, stando alle ultime cifre, ha lasciato dietro di sé un buco di 50 milioni di franchi, di cui 25 forniti della Fondazione Cassa di risparmio Civitavecchia. La stampa d’Oltralpe (all’approssimarsi del processo a Dieter Behring, detto il Madoff svizzero), l’ha già sopranominato il Madoff ticinese.

Diem

Falò

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