Ticino e Grigioni

Un comitato ticinese contro le chiusure di FFS Cargo

Il gruppo si è presentato giovedì a Mendrisio e ha già in programma una manifestazione per il 29 agosto - Preoccupazioni per lavoratori e ambiente

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03:14

Chiusure FFS cargo, il comitato contrario

SEIDISERA 17.07.2025, 18:00

  • Immagine d'archivio Keystone
Di: SEIDISERA - Marcello Ierace/M.Mar. 

Dopo l’annuncio di FFS Cargo di voler chiudere entro la fine dell’anno otto terminal intermodali in Svizzera – due dei quali in Ticino, a Cadenazzo e Lugano-Vedeggio – si è costituito un comitato che ha già fissato una prima manifestazione per venerdì 29 agosto a Mendrisio. La ristrutturazione potrebbe comportare la perdita di 40 posti di lavoro e un aumento del traffico di mezzi pesanti sulle strade ticinesi.

A promuovere l’iniziativa è un fronte comune composto da sindacati, forze di sinistra, movimenti ecologisti e amministrazioni comunali, uniti dalla volontà di contrastare una decisione che rischia di avere pesanti ripercussioni sul territorio. Il comitato si è presentato ufficialmente giovedì.

L’ultimo incontro tra il Consiglio di Stato ticinese e i vertici di FFS Cargo, avvenuto due settimane fa, ha evidenziato i margini di manovra molto limitati della politica cantonale di fronte alla volontà dell’azienda di procedere con la riorganizzazione.

Forti preoccupazioni per i lavoratori da parte dei sindacati

Thomas Giedemann, segretario regionale del sindacato del personale dei trasporti (SEV), definisce questa decisione di FFS Cargo come un vero e proprio smantellamento dell’azienda. “Fondamentalmente, la nuova direzione di FFS Cargo vuole cercare di sistemare delle problematiche oggettivamente economiche”, ha dichiarato Giedemann ai microfoni di SEIDISERA, spiegando che l’azienda sta “tirando dritto, allontanando personale qualificato, allontanando clienti con una politica dei prezzi assolutamente discutibile e quindi mettendo in pericolo il futuro dell’azienda stessa”, per questo, dice “parliamo di smantellamento”.

Tra i settori particolarmente esposti c’è quello dei macchinisti: “Domani non ci saranno più posti di lavoro in Ticino per i macchinisti”, ha riferito Luca Benato, membro del sindacato svizzero dei macchinisti e aspiranti (VSLF), ricordando che “chi vorrà fare il macchinista dovrà per forza andare oltre Gottardo”. “Non si sa dove un macchinista può andare”, ha continuato Benato, però questi potrebbero perdere “anche le competenze del mestiere. E un domani questo lavoro non tornerà più indietro”.

Un problema anche ambientale

Meno attività sulla rotaia significa più merci sulle strade: si parla di 25’000 camion in più, che diventeranno 100.000 con la chiusura, recentemente annunciata, dell’autostrada viaggiante che da 25 anni era gestita dalla società RAlpin. Il problema diventa così anche una questione ambientale, come sottolineato da Nara Valsangiacomo, neopresidente di Pro Alps. Io penso che la strutturazione di FFS Cargo sia soltanto la punta dell’iceberg. “Noi promuoviamo il trasferimento su rotaia”, ha osservato Valsangiacomo, e “vedere questa tendenza in un contesto già difficile ci preoccupa moltissimo”.

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