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Un migrante tra i migranti

Gianluca Grossi racconta il suo viaggio insieme ai migranti lungo la rotta dei Balcani

  • 10 maggio 2016, 08:14
  • 14 settembre 2023, 10:00

"Gianluca Grossi, migrante tra i migranti" - di Marija Milanovic

RSI Mondo 10.05.2016, 08:10

  • ©2015 Redea Production

"Una guerra, se qualcuno la raccontava, la rendeva anche più debole, la costringeva a mostrare la faccia, la faceva uscire dalla sua maledetta tana". Parole di Gianluca Grossi, giornalista, fotografo fotoreporter, e ormai anche autore di romanzi. O meglio: di un romanzo-reportage. L’opera prima del ticinese, Infiniti passi, uscita lo scorso 12 aprile, racconta infatti, attraverso gli occhi e le parole di personaggi più o meno inventati - ma basati su persone reali - un viaggio. Il viaggio. Più precisamente quello dei migranti che decidono di abbandonare tutto per intraprendere un cammino che li porti verso l’Europa, dove sperano di poter ricominciare da capo. Per fare ciò sono disposti a tutto: rischiare di morire in mare sulla tratta dalla Turchia alla Grecia a bordo di gommoni sovraccarichi di gente; percorrere centinaia di chilometri a piedi; affidarsi a passatori pronti a sottrarre loro fino all’ultimo centesimo in cambio di un passaggio alle frontiere; dimenticare la propria condizione di esseri umani e la propria dignità; non lavarsi per giorni o addirittura settimane.

"Esistono momenti nella vita nei quali la dignità si nasconde, diventa invisibile" (G. Grossi, Infiniti passi)

Tutto questo per raggiungere un sogno che sovente si trasforma in incubo quando, arrivati nel Vecchio continente, si accorgono che non c'è nessuno ad attenderli a braccia aperte.

Da Lesbo a Malmö migliaia di chilometri, di passi

Questo viaggio della speranza, composto da infiniti passi (da qui il titolo del libro), Gianluca Grossi lo ha intrapreso per puro caso. "Si iniziava appena a sentir parlare degli sbarchi a Lesbo, e allora mi sono recato sull’isola greca per fare delle foto. L’idea era di restare una settimana. Sono però tornato a casa un mese e mezzo dopo, dalla Svezia".

Le tappe del viaggio insieme ai migranti

Le tappe del viaggio insieme ai migranti

  • RSI/px

Un’avventura iniziata nel giugno del 2015, e finita nel mese di agosto, che gli ha permesso di comprendere questi disperati, di vedere con i propri occhi tutto ciò di cui un essere umano è capace, tutto quello che è in grado di sopportare per toccare con mano un’esistenza migliore. Di capire che molti sono partiti perché ispirati dalla
primavera araba, che ha mostrato loro che avevano il diritto di esistere in quanto individui, e non solo come componenti di un gruppo e per il gruppo. Di vedere che l’essere umano, in situazioni estreme, è in grado di sopportare tutto quello che di negativo gli succede, aggrappandosi a una speranza. E di trovare energia positiva laddove non pensava ve ne fosse: "Era assolutamente contagioso. Era un piacere stare con questa gente".

Marija Milanovic

Gli "invisibili" di Istanbul

Un fenomeno di cui si parla poco è la situazione dei bambini siriani a Istanbul. Gianluca Grossi l'ha però documentata. Decine, se non centinaia, di piccoli mendicanti - alcuni anche in età prescolastica - si aggirano per e strade della capitale turca, abbandonati a loro stessi. Obiettivo: racimolare qualche spicciolo. Soldi che andranno poi alle organizzazioni criminali che li sfruttano e ai genitori che li hanno "affidati" a questi gruppi. Denaro, precisa Grossi, che sarà utilizzato per compiere il viaggio verso l’Eldorado europeo.

Gli "invisibili" di Istanbul

Il nostro dossier: Le vie dei migranti

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