Mondo

Vite da profughi

In fuga dallo stato islamico*

  • 01.11.2014, 11:29
  • 07.06.2023, 00:29
Un anziano profugo si fa la barba davanti alla sua nuova casa

Un anziano profugo si fa la barba davanti alla sua nuova casa

  • (c) 2014 weast productions / gianluca grossi


L'uomo anziano che si fa la barba dentro un edificio in costruzione: la sua nuova casa nella sua nuova vita da profugo. Scatti una fotografia anche perché ti ricorda altre immagini: quella di mio padre che si sbarbava in cucina, la mattina presto. Un'immagine che misteriosamente ne anticipava altre, dentro un mondo diverso, quando non sapevi ancora che ti stavano aspettando: la forza delle immagini è anche nella premonizione. Va ascoltata, tenuta da conto. A Erbil vivono migliaia di persone fuggite dalla violenza dello stato islamico* (scritto minuscolo, di nuovo: che stato è? È una finzione).

Esistenze ridotte a poco

Ci sono profughi che stanno “piuttosto bene”, sebbene abbiano perso tutto. E ci sono profughi che stanno molto male, assegnati a campi cresciuti attorno alle chiese o ai centri commerciali oppure, ancora, agli edifici in costruzione: scheletri di cemento. Vite ridotte a poco. A una forma di resistenza, questa sì, nei confronti di chi li ha costretti alla fuga, ma non li ha piegati. Resistono i ragazzini che giocano nel fango, che a mezzogiorno fanno la fila per un piatto di riso, resiste il ragazzo in pigiama, nel suo sguardo ci sono lo sgomento e l'impossibilità di capire la sorte toccata. Resiste il vecchio che si fa la barba. E che, chissà come, aspettava da una vita che qualcuno lo fotografasse.

Gianluca Grossi

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