Un anno e mezzo di carcere li ha cambiati, ma non ha cancellato le loro colpe. Il 27enne Luca Buzzi e la 34enne Barbara Maiullari da venerdì mattina compaiono di fronte alla Corte delle Assise criminali per rispondere dell'uccisione avvenuta la notte del 2 ottobre 2013 del 30enne M.M. nel suo appartamento cui diedero fuoco per cancellare il delitto.
I due locarnesi, italiana lei, svizzero lui, si sono seduti di fronte al giudice Amos Pagnamenta quasi senza guardarsi. Le loro storie sono identiche. Un'infanzia in famiglie di liberi professionisti e poi un'adolescenza travagliata, una scolarità zoppicante, un equilibrio precario, una salute devastata da marijuana, eroina, cocaina, varie sostanze sintetiche e alcol. Entrambi sono entrati nell'età adulta già in assistenza e con diversi ricoveri alle spalle. Un percorso comune che li ha portati a condividere una lunga caduta nel baratro durata fino al 10 ottobre 2013 quando sono finiti in cella con la tremenda accusa di aver ammazzato in modo brutale un loro conoscente.
Entrambi ammettono quanto hanno combinato e stanno espiando le proprie colpe da oltre un anno. Il processo si giocherà sulla determinazione delle loro precise responsabilità e sulla quantificazione della rispettiva pena. La sentenza è attesa per venerdì della prossima settimana.
Diem