Cronaca

“Videosorveglianza? Per ora no”

Adottata per gli edifici scolastici di Losanna, la misura non è ancora stata introdotta in Ticino; a colloquio con il direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger

  • 24 January 2014, 07:59
  • 6 June 2023, 11:01
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Il direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger

  • Ti-Press / Ti-Press

“Al momento la videosorveglianza nelle scuole non viene praticata. Il tema è però venuto a galla a seguito dei fatti di Mendrisio. Alludo a quelle feste, che si tenevano intorno all’area degli istituti scolastici”. A parlare è Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola, che abbiamo interpellato a seguito della decisione di Losanna di introdurre la videosorveglianza negli edifici scolastici .

All’epoca dei fatti, nel 2012, “il Dipartimento ha preso in mano la situazione e ha cominciato a esplorare delle piste”. Quali le soluzioni che avete trovato? “Le scuole confrontate con situazioni di questo tipo prima di tutto si dotano di un regolamento. In seguito hanno la facoltà di mettere dei cartelli, che invitano al rispetto del luogo. In ottica di progressione e di prevenzione, nel caso questa misura non servisse – e purtroppo non sempre è il caso - vi è la possibilità di istituire delle ronde da parte di società di sicurezza private. A Mendrisio, così come in altri istituti del cantone, è il caso e stando a quanto abbiamo potuto costatare queste misure sono efficaci”. Indubbiamente della vicenda non si è più parlato.

Il tema verrà approfondito

La misura, ci ha inoltre detto Berger, potrebbe entrare in linea di conto anche per il Liceo di Bellinzona, teatro la notte scorsa di un furto . “Purtroppo assistiamo a un crescendo. – chiosa Berger – la riflessione si concentrava soprattutto sull’ordine pubblico attorno alle scuole. Adesso però la situazione sta peggiorando e si parla di furti, danneggiamenti e effrazioni”.

“Prossimamente - dichiara Berger - in collaborazione con la polizia cantonale e la Sezione della logistica, approfondiremo ulteriormente la questione della videosorveglianza, che però non è necessariamente la panacea di tutti i mali, come dimostrano alcuni studi”. I costi, racconta inoltre Berger, sono estremamente elevati, perché il rispetto della privacy impone l’utilizzo di ben precisi impianti.

“Devono essere criptati e i video devono essere visionabili solo da persone che appartengono a società di sicurezza”. Berger tiene comunque a precisare, che da parte sua non vi è nessun tipo di pregiudizio nei confronti delle videocamere. “ Ribadisco comunque che il concetto che stiamo tentando di sviluppare è quello di una progressione delle misure a dipendenza dei bisogni locali”.

Sandro Pauli

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