Cronaca

L'accordo sui ristorni, per ora, rimane

Ad Agno Eveline Widmer-Schlumpf ha ribadito il "no" di Berna alla richiesta ticinese di disdire subito l'intesa con l'Italia. Il numero di frontalieri dovrà diminuire

  • 25 febbraio 2014, 21:20
  • 1 giugno 2023, 18:41
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Durante l'incontro

  • ÂTi-Press / Ti-Press

L’incontro tra il Consiglio di Stato ticinese e la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf è terminato attorno alle 19.45 ad Agno. La ministra delle finanze ha poi lasciato subito il Municipio senza fare dichiarazioni. Non è pratica del Consiglio federale parlare di oggetti che sono ancora in corso di negoziazione, ha fatto sapere.

Troppo rischioso

Durante la riunione la ministra ha ribadito il “no” di Berna alla richiesta ticinese di disdire subito l’accordo sui ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri. Questa mossa – è stato spiegato – metterebbe ancora più in difficoltà i negoziatori svizzeri impegnati nelle discussioni con Roma.

La paura espressa soprattutto da Jacques de Watteville , capo della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, è che se cadesse l’accordo sui ristorni cadrebbe anche quello sulla doppia imposizione, con ripercussioni negative per la piazza finanziaria elvetica.

La promessa di Widmer-Schlumpf è però di continuare sulla strada della rinegoziazione dell’intesa (in vigore dal 1974). E un nuovo possibile accordo sarà sicuramente migliore per il Ticino, ha sottolineato.

Meno frontalieri

Quanto al dopo 9 febbraio, la consigliera federale ha spiegato che il numero dei frontalieri in Ticino dovrà sicuramente diminuire, anche se non è ancora chiaro come verrà applicato il sistema dei contingenti previsto dall'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa approvata dalla popolazione.

Beltraminelli: "E' già un risultato"

Nelle discussioni con la delegazione giunta da Berna – ha spiegato Paolo Beltraminelli – “non abbiamo trovato un’intesa per disdire subito l’accordo con l’Italia, ma ci è stata data la garanzia che questo tema rimane nelle trattative con Roma, fatto che non era per nulla scontato. La seconda promessa, che per noi deve assolutamente essere mantenuta, è che se non si riuscirà a disdire l’accordo, lo si rinegozierà in una forma migliore per il Ticino. Siamo in febbraio e questo mi sembra già un risultato”.

Riguardo al numero dei frontalieri, il presidente del Consiglio di Stato ticinese ha sottolineato che “60'000 sono troppi, ma, dall’altra parte, non bisogna correre il rischio di averne troppo pochi perché alcune attività economiche in Ticino dipendono proprio dai lavoratori che arrivano dall’Italia”.

Blocco dei ristorni? Meglio evitare

Come ha spiegato Fabio Regazzi , presidente della Deputazione ticinese alle Camere presente anch’egli all’incontro di Agno, un eventuale blocco dei ristorni (minacciato dal Governo ticinese e chiesto da alcune forze politiche) è visto in modo negativo da Widmer-Schlumpf e De Watteville, che temono ripercussioni per la Svizzera. I due hanno invitato il Consiglio di Stato a tenere questa misura come ultima ratio e, in ogni caso, a concordarla con il Dipartimento federale delle finanze.

Red MM/cos

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  • RG 24.00 - Il servizio di Alberto Tettamanti

    RSI Cronaca 26.02.2014, 00:21

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