Cronaca

Valichi minori più sicuri con VIVET

Nasce una nuova piattaforma per il controllo remoto delle dogane non presidiate

  • 28 marzo 2014, 13:09
  • 6 giugno 2023, 14:36
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Il colonnello della guardia di finanza di Varese Antonio Morelli

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È nata lungo la frontiera tra Ticino e provincia di Varese, la piattaforma V.I.V.E.T (Vigilanza integrata dei veicoli in Transito).

Il tanto atteso sistema di sicurezza è stato presentato questa mattina all'interno della caserma della guardia di finanza del Gaggiolo dal comandante provinciale Antonio Morelli, di fronte ad autorità civili e militari con la presenza del coordinatore del CCPD di Chiasso, il capitano Cristophe Cerinotti.

Il progetto, partito nel 2011 grazie anche alla condivisione dei comuni, della Prefettura e della Provincia di Varese, si compone in sostanza di 17 videocamere ad alta risoluzione con speciali software, poste nei valichi non presidiati del territorio. Tale sistema di sicurezza, consente di integrare la vigilanza dinamica effettuata dalle pattuglie della Guardia di Finanza con un sistema di vigilanza passiva attuata mediante l’utilizzo di occhi elettronici, che, lo ha ribadito anche il Comandante regionale Lombardia della Guardia di Finanza, Gen. Sebastiano Galdino, non sostituiranno il lavoro degli agenti ma lo completeranno.

La sorveglianza arriverà anche in quei valichi ritenuti "bollenti" dal Ticino nel Mendrisiotto ed il Malcantone, saliti all'attenzione delle cronache recenti per una serie di rapine ai distributori di benzina che ha visto i malviventi raggiungere l'Italia proprio attraverso queste aree non controllate nelle 24 ore. Dirinella, Palone, Ponte Cremenaga, Ponte Tresa, San Pietro, Saltrio, Fornasette, da oggi avranno tutti occhi elettronici controllati da postazioni di videocontrollo remoto poste nella sala di coordinamento operativo presso i comandi della guardia di finanza del Gaggiolo, di Luino e presso la sezione "Intelligence" del comando provinciale di Varese.

Un sistema di controllo ritenuto unico in Italia per caratteristiche di sicurezza. Le telecamere "lavorano" in sinergia con i militari. Riportano movimenti strani al valico, effettuano controlli in diretta, creano un database di targhe e veicoli sospetti da inserire in una sorta di "black list" in modo che al passaggio di questi ultimi, un veloce allarme permetta agli uomini della fiamme gialle di recarsi sul posto, essendo operativi in pochi minuti. Non necessariamente deve esserci l'atto criminoso per intervenire: potrebbero essere registrati passaggi di veicoli commerciali in valichi non commerciali che sonbo poi due: Gaggiolo e Ponte Tresa.

Il colonnello Antonio Morelli ha spiegato gli innegabili vantaggi di questo anche per il Ticino, con la possibilità di intervenire subito alle richieste, purtroppo molte ultimamente, che arrivano dalle autorità di polizia ticinese a seguito di illeciti compiuti da persone che, dopo il malfatto, rientrano in Italia.

In Svizzera, in tutta la Svizzera, un sistema simile esiste già da anni ma il capitano del centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso (CCPD), Cristophe Cerinotti, plaude all'iniziativa. "E' un passo avanti, ha detto il coordinatore del CCPD, e tutto quello che arriva per migliorare la sicurezza va preso in considerazione. Sarebbe bello poter estendere un sistema simile anche ai valichi comaschi, perché Como per il Ticino è poi la provincia, l'asse di transito principale per arrivare ed uscire dalla Svizzera".

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