Il libro della scomparsa fa parte della shortlist dell’International Booker Prize 2025. Ibtisam Azem oggi vive a New York dove è corrispondente del quotidiano arabo Araby al Jadeed.
Il romanzo di Ibtisam Azem è geniale e terrificante allo stesso tempo. “Il libro della scomparsa” pone domande molto stringenti. Il mistero avvolge un fatto senza precedenti e inimmaginabile: tutti i palestinesi all’improvviso scompaiono. Non si sa che fine abbiano fatto. Non si trovano. Non si trovano gli autisti, braccianti, medici, infermieri, i giovani vecchi, ricchi e i poveri non ci sono più. Allora il libro riguarda soprattutto due grandi domande: cosa potrebbe accadere agli israeliani se i palestinesi non esistessero più e non fossero più il nemico, il capro espiatorio, l’alibi? E ancora cosa succede quando nella propria vita scompare il nemico?
«All’origine del libro ci sono stati due ricordi. Il primo riguarda una cosa che disse Yitzhak Rabin quando era ministro della Difesa e a proposito di Gaza disse che sperava vedere il mare inghiottire la Striscia di Gaza. L’altro ricordo che mi venne in mente aveva a che fare con un’intervista rilasciata dallo storico israeliano Benny Morris, intervistato dal quotidiano Haaretz. Durante l’intervista Morris disse che gli israeliani o i gruppi militanti sionisti di allora nel 1948 avrebbero dovuto finire il lavoro. Questa fu la terminologia da lui utilizzata. Il giornalista di Haaretz gli chiese: “Beh, cosa intendi per finire il lavoro?” E lui disse una cosa del tipo è brutto quello che sta accadendo, così come lo furono i massacri del 1948., ma se il lavoro fosse stato portato a termine oggi non ci sarebbero più palestinesi».
(Ibtisam Azem, autrice del romanzo Il libro della scomparsa)
Che cosa accade al mondo quando una sua componente umana scompare?
«È una domanda complicata. Dipende da come la si guarda, ma è sicuramente una cosa triste. Questa domanda riassume un po’ l’essenza del mio libro, e riguarda soprattutto la società israeliana. L’attuale società israeliana dovrebbe rivedere molte parti della propria storia. Potrebbe porsi tante domande su come è stata fondata, a quale prezzo è stata creata, cosa è successo da quel momento in poi e cosa stanno facendo oggi per tenerla in piedi. Io vedo una società che ha costantemente bisogno di un nemico per vivere. Allora nel mio libro io ho sottratto il nemico. E così, se il nemico scompare, ti ritrovi davanti a te stesso, devi affrontare te stesso per quello che sei. E così sei finalmente costretto, ora che non hai più un nemico, a guardarti allo specchio».
(Ibtisam Azem, autrice del romanzo Il libro della scomparsa)
La scrittrice Ibtisam Azem in conclusione sottolinea come a Gaza, con la responsabilità di tutti, stia morendo l’umanità
«Abbiamo più di 55.000 persone uccise, 17.000 bambini uccisi e questo è un problema per il futuro. Questo è un problema per tutta l’umanità. La gente diceva dopo la seconda guerra mondiale, dopo l’Olocausto, mai più questo, mai più, ed invece si è ripetuto ancora e ancora. E non solo in Palestina. Nel corso del Novecento abbiamo assistito ad altri genocidi che sono accaduti in Ruanda e in Bosnia e ora siamo di nuovo allo stesso punto. Per questo si tratta di una responsabilità per tutto il mondo. Occorre intraprendere un’azione, fare qualcosa».
(Ibtisam Azem, autrice del romanzo Il libro della scomparsa)
Premio Terzani ad una scrittrice palestinese
Alphaville 15.05.2025, 11:45
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