Storia

Guerre di Villmergen: gli scontri di religione svizzeri

Tra 1600 e 1700 si accesero le battaglie tra i cantoni cattolici e i cantoni riformati per il predominio politico e religioso nella vecchia Confederazione

  • 16 aprile, 17:40
  • 25 aprile, 09:34
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Prima guerra di Villmergen (1656)

Di: Elizabeth Camozzi

Sebbene dovute a ragioni differenti, in entrambe le guerre, un ruolo centrale nell’innesco degli scontri fu ricoperto da dei sollevamenti popolari.

Il primo dei due conflitti armati omonimi vide opporsi i cantoni riformati di Zurigo, Berna e Sciaffusa ai cinque cattolici di Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo e Zugo; prese avvio il 6 gennaio del 1656 con la dichiarazione di guerra di Berna e di Zurigo, e terminò con la terza Pace Nazionale che si concluse a Baden il 7 marzo dello stesso anno, in favore dei cattolici.

Il secondo scontro si svolse invece nella zona dell’odierno Hallwilersee nel 1712, ossia in un periodo nel quale infuriavano ancora guerre di religione tra cattolici e protestanti, vedendo opporsi ancora i riformati cantoni di Zurigo e Berna (alleati con Ginevra e Neuchâtel) a quelli cattolici di Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo e Zugo (coalizzati con il Vallese e il principe abate di San Gallo), che questa volta ne uscirono sconfitti.

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Medaglia fronte e retro, raffigurante tutti gli stemmi dei Cantoni, sia dei vinti che dei vincitori, riappacificatisi dopo la conclusione della guerra del Toggenburgo o anche conosciuta come seconda guerra di Villmergen (Collezione privata).

La prima guerra di Villmergen scoppiò quale reazione agli strascichi lasciati dalla Grande guerra svizzera dei contadini, iniziata nel 1653 dopo il sollevamento della popolazione rurale nell’Entlebuch (soggetta a Lucerna), nell’Emmental (suddita a Berna) e in alcune parti dei cantoni di Soletta e Basilea. In particolare i due inviati Johann Heinrich Waser di Zurigo e Sigmund von Erlach di Berna, tra marzo ed aprile del 1655, elaborarono proposte per la conclusione di un nuovo Patto federale al quale avrebbero dovuto partecipare anche i cantoni cattolici. In caso di rifiuto, vi sarebbe stato un rafforzamento della cooperazione tra i governi riformati e, nel caso in cui fosse scoppiato un conflitto armato tra i due blocchi confessionali, con un atto aggiuntivo segreto sarebbero poi stati creati dei piani strategici. Così fu. I cantoni della Svizzera centrale respinsero il progetto e, di conseguenza, nell’ottobre del 1655 a Lucerna fu rinnovata ed ampliata la Lega d’Oro (nome derivante dalla doratura della lettera iniziale del trattato): un’alleanza conclusa tra i cinque cantoni della Svizzera centrale, con l’aggiunta di Friburgo e Soletta, per preservare la confessione cattolica nella Confederazione. Le intenzioni pacifiche tra le due parti furono così messe in dubbio.

La miccia che fece scoppiare definitivamente la guerra, fu accesa nel settembre del 1655 con il cosiddetto affare di Arth, quando un gruppo di profughi riformati nicodemiti, partiti appunto dal villaggio svittese affacciato sul lago di Zugo, arrivarono a Zurigo richiedendo l’asilo, concesso malgrado le esitazioni sulla base giuridica di uno ius migrandi confederato. Svitto contestò l’esistenza di un tale diritto, rivolgendo aspre critiche al fatto che i rifugiati fossero stati assistiti ad Arth per mesi da un ecclesiastico zurighese e che Zurigo spingesse ad emigrare anche i nicodemiti rimasti ad Arth, considerando tale comportamento una violazione dell’amicizia confederata. Il Consiglio di Zurigo protestò a sua volta per il rifiuto di Svitto ad una mediazione, e minacciò di ricorrere alla forza; l’antiste zurighese Johann Jakob Ulrich proclamò poi l’azione armata contro i “tiranni religiosi” svittesi come un dovere sacro dei Confederati riformati. A quel punto Berna, che fino ad allora aveva assunto una posizione oscillante, dichiarò apertamente il suo appoggio militare a Zurigo nel caso fossero falliti ulteriori tentativi di conciliazione, mentre Basilea si rifiutò di seguire questo esempio, nonostante le sollecitazioni del borgomastro di Zurigo Waser. 

Ritratto di Johann Heinrich Waser, borgomastro di Zurigo, 1756

Ritratto di Johann Heinrich Waser, borgomastro di Zurigo, 1756.

  • (Collezione privata)

Il comando supremo delle truppe zurighesi venne affidato ad Hans Rudolf Werdmüller, che occupò parzialmente la Turgovia e conquistò Rapperswil (SG), una località strategica che avrebbe dovuto inizialmente assicurare la posizione di Zurigo. Reparti provenienti da Sciaffusa sostennero Zurigo con misure difensive, ma non parteciparono ai combattimenti, mentre le truppe bernesi non impegnate nella difesa delle frontiere, furono condotte verso oriente da von Erlach. I due contingenti non riuscirono tuttavia a congiungersi, e la vittoria fu conquistata dal fronte cattolico della Svizzera centrale (Friburgo e Soletta si erano dichiarati neutrali) il 24 gennaio 1656. Le truppe di Lucerna e Zugo guidate da Christoph Pfyffer sconfissero infatti a sorpresa l’esercito bernese nei pressi di Villmergen, facendo fallire il tentativo riformato di occupare i Freie Ämter che dividevano i territori di Zurigo e di Berna. Von Erlach attribuì la disfatta alla scarsa professionalità dei soldati e sollecitò l’impiego di mercenari stranieri, specialmente di cavalieri francesi, per il prosieguo della guerra, e parallelamente Werdmüller richiese al governo zurighese maggiore risolutezza nella condotta della guerra; dopo il fallimento dell’assalto a Rapperswil avvenuto il 3 febbraio, il Gran Consiglio di Berna decise invece di avviare dei negoziati di pace, e Zurigo seguì a ruota.  

Rapperswÿl, incisione di Matthäus Merian, tratta da Topographia Helvetiae, Rhaetiae, et Valesiae, XVII secolo

Rapperswÿl, incisione di Matthäus Merian, tratta da Topographia Helvetiae, Rhaetiae, et Valesiae, XVII secolo.

  • Collezione privata

Ci volle un intenso lavorio diplomatico presso entrambi gli schieramenti, al termine del quale i quattro cantoni arbitri (Soletta, Friburgo, Sciaffusa e Basilea) sostenuti da diplomatici stranieri (tra cui l’inviato francese Jean de La Barde), raggiunsero un’intesa dando luogo alla terza Pace nazionale del 1656. Le parti si accordarono così sulla smobilitazione, su un’amnistia e sul ritorno, tramite la conferma della seconda Pace nazionale del 1531, allo status quo preesistente, ma con il rafforzamento della posizione dei cantoni della Svizzera centrale, che rifiutavano l’ampliamento delle competenze delle istituzioni confederate, soprattutto in materia confessionale.

Mappa della seconda guerra di Villmergen (1712).png

Mappa della seconda guerra di Villmergen (1712).

L’esito della prima guerra di Villmergen determinò i rapporti militari e politici tra i cantoni riformati e quelli cattolici fino al 1712, quando i dissapori (in realtà mai sopiti) si riaccesero nuovamente, sfociando nella seconda guerra di Villmergen. Uno scontro conosciuto anche come guerra del Toggenburgo, essendo conseguenza diretta della rivolta del Toggenburgo contro il principe abate di San Gallo, oppure come guerra del Dodici (Zwölferkrieg), in riferimento all’anno del conflitto. Leodegar Bürgisser, principe abate di San Gallo, nel 1698 decise infatti di costruire una strada tra i laghi di Costanza e di Zurigo, la cosiddetta strada dell’Hummelwald da Wattwil attraverso Ricken verso Uznach; una decisione che acuì i dissidi, latenti da decenni, tra il principato abbaziale e i suoi sudditi del Toggenburgo che in maggioranza erano riformati; in questo caso, tuttavia, il Consiglio del Toggenburgo -influenzato da Josef Germann, usciere toggenburghese cattolico- si oppose al progetto, per motivi giuridici e politici, e questo indusse il principe abate ad adottare provvedimenti penali e, addirittura, imprigionando Germann nel 1701. Ripristinò poi il suo status di principe dell’Impero, e nel 1702, malgrado le proteste dei cantoni di ambo le confessioni, concluse un’alleanza difensiva con l’imperatore asburgico: storico nemico dei Confederati. A questo punto, il Consiglio cercò l’appoggio di Glarona e di Svitto, che dal 1436 erano legati al Toggenburgo da uno speciale protettorato. Glarona sottopose allora la questione alla Dieta federale, mentre Zurigo (cantone protettore del principato abbaziale insieme a Lucerna, Svitto e Glarona) e Berna si adoperarono per un compromesso tra il principe abate e il Consiglio della contea. Nel 1707 promulgarono dunque una regolamentazione provvisoria, attribuendo di fatto la sovranità al Toggenburgo che adottò quindi un regime democratico fondato sulla Landsgemeinde e, nello stesso anno, il Consiglio introdusse anche la libertà di religione per i riformati. Una tregua, tuttavia, solo momentanea, poiché dopo l’esecuzione di Josef Anton Stadler, esponente di punta del partito antiaristocratico e principale sostenitore dei Toggenburghesi a Svitto, gli Svittesi si schierarono nuovamente dalla parte del principe abate, e nel Toggenburgo crebbero le tensioni tra il baliaggio superiore (Oberamt) e quello inferiore (Unteramt), tra le élite e i comuni, tra riformati e cattolici, così come tra città e campagna. Tra il 1708 e il 1712 si svolsero dunque dei negoziati (che videro anche la partecipazione di inviati stranieri) e dalla parte cattolica si schierarono il nunzio, l’inviato dell’imperatore e l’ambasciatore francese, mentre da quella riformata gli inviati dei Paesi Bassi e dell’Inghilterra. Siccome dopo il 1711 alcuni comuni cattolici del Toggenburgo si riavvicinarono al principe abate, i riformati videro nella messa in sicurezza militare del Toggenburgo l’unica possibilità per salvaguardare i propri interessi e per rompere l’egemonia della maggioranza cattolica alla Dieta prima della fine della guerra di Successione spagnola, sfruttando il fatto che le grandi potenze cattoliche fossero già impegnate su altri fronti e dando così il via alla nuova guerra confessionale per il predominio nella Confederazione.

Nell’aprile del 1712, l’occupazione dei conventi di Magdenau e Neu Sankt Johann fu ordinata dal Consiglio del Toggenburgo, appoggiato da Zurigo e Berna, cosicché il 13 aprile fu emanato un manifesto contro il principe abate, e i cinque cantoni cattolici si schierarono dalla parte di quest’ultimo. Neuchâtel, Bienne, i territori riformati del principato vescovile di Basilea e Ginevra sostennero il fronte riformato, mentre il Vallese sostenne il fronte opposto (neutrali invece Basilea, Sciaffusa, la città di San Gallo, Friburgo, Soletta, il principe vescovo di Basilea, Glarona e i due Appenzello). Dopo l’attraversamento dell’Aar presso Stilli da parte delle truppe bernesi, e il congiungimento con i reparti zurighesi, le forze riformate occuparono dunque la Turgovia.

Dettaglio della carta geografica del 1766 della Turgovia e del principato abbaziale di San Gallo.

Dettaglio della carta geografica del 1766 della Turgovia e del principato abbaziale di San Gallo.

Successivamente, le truppe zurighesi assediarono e bombardarono Wil (SG), occupando e saccheggiando l’abbazia di San Gallo ed il suo territorio. Il 21 maggio 1712, Zurighesi e Bernesi da Dietikon mossero verso Mellingen, città verso la quale confluirono contemporaneamente anche settemila militi Bernesi provenienti da Lenzburg, occupandola il 22 maggio. Quattro giorni dopo si svolse la cosiddetta battaglia degli Arbusti -uno scontro presso Bremgarten (AG)- nella quale si imposero le forze riformate. Baden e i Freie Ämter passarono dunque nelle mani di Zurigo e Berna, mentre i negoziati di pace, condotti dall’inizio del conflitto sotto l’egida dei cantoni neutrali, furono intensificati. Nonostante ciò, il 25 luglio, presso Villmergen, ebbe luogo lo scontro decisivo tra le truppe della Svizzera centrale e quelle di Berna, conclusosi con la vittoria di queste ultime, meglio armate ed istruite. Nella battaglia caddero più di 3000 uomini e i reparti vittoriosi avanzarono verso sud, occupando e saccheggiando il territorio lucernese, per poi fare lo stesso con quello untervaldese dopo aver varcato il passo del Brünig. Una parte delle truppe zurighesi occupò Rapperswil, un’altra parte si diresse verso Zugo, e minacciò Svitto.

Frontespizio pace di Aarau del 1712

Frontespizio in latino e tedesco della pace di Aarau del 1712 (anche detta quarta pace nazionale), che pose fine alla seconda guerra di Villmergen o anche detta Guerra del Toggenburgo.

  • Collezione privata

La pace venne dapprima firmata solo da Lucerna e da Uri per poi, dopo la sconfitta delle truppe cattoliche, anche da tutti gli altri cantoni coinvolti, l’11 agosto del 1712. Berna e Zurigo sfruttarono in maniera mirata la loro supremazia, e la questione del conflitto armato fu generosamente regolata concedendo l’amnistia e lo scambio incondizionato dei prigionieri. I vincitori rinunciarono anche alla richiesta di un risarcimento materiale, assicurandosi però l’appoggio dei cinque cantoni cattolici in previsione della pace con il principe abate di San Gallo. Tuttavia, a livello strutturale, le due città seppero imporre in maniera coerente le loro ambizioni politiche: la parte cattolica venne esclusa dal governo della contea di Baden (compresa Bremgarten) e dei Freie Ämter inferiori, mentre Berna entrò nei governi del baliaggio di Turgovia, del Rheintal, dei Freie Ämter superiori e di Sargans. Rapperswil e Hurden furono inoltre sottratti ai loro signori cattolici, stilando poi un articolo sulle confessioni che comprendeva un ricco catalogo di prescrizioni riguardanti i territori paritetici. Tali normative regolavano ora in modo preciso questioni di giurisdizione ecclesiastica, il rispetto delle feste e delle usanze religiose, l’uso dei cimiteri, la divisione dei beni e l’utilizzo paritario delle chiese. Fu stabilita anche la percentuale di cariche politiche e, quasi implicitamente, venne annullato pure l’accordo di pace del 1531 dopo la disfatta riformata a Kappel.

Con la quarta pace nazionale si venne quindi a sconvolgere radicalmente l’assetto costituzionale della vecchia Confederazione, dopo secoli di predominio cattolico. Venne istituita una commissione paritetica come istanza arbitrale nelle questioni confessionali, ma fino al termine dell’ancien régime i cantoni cattolici non dimenticarono questa cessione forzata di diritti di sovranità, considerata una violazione delle antiche consuetudini, e ne pretesero ripetutamente (ma invano) la cancellazione. Essi rifiutarono quindi di continuare a presenziare alla Dieta federale a Baden, città che gli era stata strappata militarmente, cosicché dal 1713 le sedute si tennero spesso a Frauenfeld. Nel 1715, per salvaguardare la propria sicurezza, i cattolici conclusero così un’alleanza con la Francia, che prevedeva l’appoggio del re francese in caso di conflitti interni alla Confederazione, e che anni dopo sarebbe divenuta una delle cause che avrebbe indirizzato in modo determinante la presa del potere del Nero Schumacher (Josef AntonSchumacher) nel cantone di Zugo, come narrato nel romanzo omonimo di Joseph Spillmann ambientato proprio in quell’epoca.

Il principato abbaziale di San Gallo venne ripristinato infine con la pace di Baden nel 1718, riacquisendo la sovranità sul Toggenburgo e, malgrado il risentimento dei cantoni della Svizzera centrale, il confessionalismo scemò dopo la seconda guerra di Villmergen, anche grazie al nascente spirito illuminista, di fatto positivo anche per il fronte cattolico che beneficiò della libertà religiosa nei baliaggi comuni, ormai dominati dai cantoni riformati.

Serie 2 (18/26) 1712 La battaglia di Villmergen

RSI Helveticus LIS 03.01.2022, 04:50

  • © Nadasdy Film SARL
  • Villmergen

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