Rahul Gandhi guiderà il Partito del Congresso alle elezioni legislative che si terranno in primavera in India, ma non sarà candidato premier. Sua madre Sonia Gandhi ha imposto la sua volontà al resto della formazione, impedendo la designazione del figlio 41enne.
Si presume che non voglia esporlo alle conseguenze della prevedibile sconfitta, visto che il partito accusa un netto ritardo nei sondaggi rispetto ai nazionalisti indù. Soffre l’usura dovuta a dieci anni al potere, gli scandali che hanno macchiato la sua immagine e il rallentamento economico.
L’attuale capo dell’Esecutivo, Manmohan Singh, aveva già avvertito che non si sarebbe ricandidato dopo due mandati. Gli indù, dal canto loro, presenteranno il controverso Narendra Modi, accusato di aver avuto un ruolo nelle sommosse religiose del 2002, quando morirono oltre 1'000 persone, in maggioranza musulmane. Rahul Gandhi partirebbe battuto, lui che solo con reticenza si è lanciato in politica, sulle orme del padre Rajiv e della madre Indira, entrambi morti assassinati.
ATS/pon