Accordo fiscale, la politica è divisa

Le reazioni dei partiti svizzeri all’intesa fiscale tra autorità svizzere e statunitensi non sono unanimi. Il Partito borghese democratico si congratula con la sua consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf per il risultato ottenuto. La soluzione "permette di regolarizzare il passato in un quadro definito".

Il Partito liberale-radicale rileva che il diritto svizzero è garantito. Benché quanto raggiunto non soddisfi veramente le parti, è comunque importante "ingoiare il rospo".

Il Partito socialista si rallegra del fatto che sia risolta la problematica rispettando la legge. "Le banche hanno trascurato gli interessi degli altri Stati. È giusto che paghino" sottolineano i socialisti. “I responsabili di questo modello d'affari, basato sul denaro non dischiarato, debbono ora renderne conto” argomenta il PS.

Dal canto loro i Verdi , per bocca del consigliere nazionale Louis Schelbert, constatano che la Lex USA tutelava meglio gli impiegati. Il conto, spiegano, rischia di essere salato. Per i Verdi liberali la soluzione partorita permette di evitare il peggio.

È invece critica l’ Unione democratica di centro che, prendendone conoscenza, ritiene che questo accordo sia "l’ennesimo incomprensibile inchino" del Consiglio federale nei confronti degli Stati Uniti. Le banche vengono lasciate sole nel trattare con le autorità USA, spiegano i democenristi.

Duro anche il Partito popolare democratico , secondo il quale il patto è "chiaramente peggiore della Lex USA". Tuttavia, ha spiegato Pirmin Bischof a nome del partito, “bisogna digerire la pillola e accettare questa soluzione”. È una buona cosa, sostengono i cristiano-democratici, che ci sia l’accordo tanto per piazza finanziaria, quanto per la sicurezza giuridica.

Red.MM