Eduard Shevardnadze è morto all’età di 86 anni. Presidente della Georgia dal 1995 al 2003, già ministro degli esteri quando al Cremlino c’era Mikhail Gorbaciov, era malato da tempo.
Verrà ricordato come uno dei principali artefici della fine della guerra fredda e come bandiera della "glasnost" (trasparenza) e della "perestroika" (riforme e ricostruzione).
Tornato nel paese natale, staccatosi da Mosca nel 1991, era subito stato nominato ai suoi vertici, assumendone le redini quattro anni dopo. Vittima anche di un attentato nell'agosto del 1995, fu costretto a dimettersi nel novembre del 2003, sotto la pressione della Rivoluzione delle rose. Dopo le elezioni parlamentari, considerate dall’opposizione inficiate dai brogli, migliaia di manifestanti scesero pacificamente nelle piazze costringendo il capo dello Stato a fuggire. Al suo posto venne eletto il 36enne Mikheil Saakashvili.
Subito dopo l'attentato di agosto 1995
"Era un uomo con cui si lavorava bene"
Mikhail Gorbaciov alla radio Echo di Mosca ha reso omaggio al defunto, definendolo un uomo capace e talentuoso, aperto al dialogo con il popolo. L’attuale capo del Cremlino Vladimir Putin ha invece presentato le sue sincere condoglianze ai famigliari e "a tutto il popolo georgiano".
AFP/dg/FrCa/Radiogiornale