I brasiliani chiamano gli argentini “irmaos”, fratelli. Ma quando chiedi loro il motivo, al di là della vicinanza geografica, a Rio de Janeiro hanno subito la battuta pronta. ”Sono nostri fratelli perché uno gli amici se li sceglie; i parenti, purtroppo, no!”.
Così vicini, così lontani; Brasile e Argentina si studiano e si confrontano da sempre e il calcio è il terreno ideale per una partita che non finisce mai. La storia di questi Mondiali ha regalato una situazione paradossale, i padroni di casa umiliati in semifinale dalla Germania e un’Argentina che, anche un po’ a sorpresa, è arrivata in finale spinta dall’appoggio incredibile di una marea di tifosi, più di centomila, arrivati con ogni mezzo possibile. Tifo appassionato come pochi al mondo, come quello di Nicolas, un ragazzo di 21 anni che a San Paolo mi ha confessato di aver rinunciato a discoteche, vacanze e feste per un anno intero pur di racimolare i soldi sufficienti per girare, zaino e tenda in spalla, al seguito della nazionale.
E’ loro, del resto, il perfido canto diventato un vero e proprio inno di questi campionati. “Brasile dimmi come ti senti, a ricevere in casa il tuo papà…” parte dall’ultimo confronto ai Mondiali fra le due nazionali, ad Italia 90, con Caniggia che dribblava la difesa verde-amarela e finisce con il più classico degli slogan “Maradona è migliore di Pelè”. I brasiliani hanno ribattuto ricordando che l’Argentina, tutta intera, ha un titolo mondiale in meno rispetto a quelli del “Rey” Pelè. Potrebbero continuare all’infinito e spesso si alzano fin troppo i toni: Rio de Janeiro è stata blindata in questi giorni con più di venticinquemila poliziotti per evitare disturbi. Il sindaco Eduardo Paes, qualche mese fa, aveva promesso che si sarebbe suicidato in caso di vittoria argentina; è corso subito ai ripari spiegando che si trattava di una semplice battuta.
Tutte le esagerazioni, comunque, valgono perché il calcio, da queste parti, è molto di più che un gioco. Se Leonel Messi riuscirà ad alzare la coppa al Maracanà la bilancia del tifo penderà per molto tempo dalla parte argentina con nuovi cori e sfottò infiniti. Se invece saranno i tedeschi a vincere, i brasiliani, che oggi saranno tutti dalla loro parte, così come sono stati in precedenza a fianco della Svizzera, del Belgio e dell’Olanda, tireranno un enorme sospiro di sollievo. In attesa della prossima sfida.
Emiliano Guanella