La comunità internazionale si è riunita oggi, martedì, a Bruxelles per fare il punto sulla diffusione del virus ebola. La giornata è organizzata dall’Unione europea insieme alla Guinea, Liberia e Sierra Leone (i paesi più toccati dall’epidemia di febbre emorragica), la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, l’Unione africana e le Nazioni Unite. L’obiettivo è di dare continuità alla risposta internazionale di fronte all’epidemia che finora a causato quasi 10'000 morti e di pianificare la ripresa socioeconomica delle aree colpite.
“Abbiamo bisogno di un nuovo Piano Marshall” ha dichiarato la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf agli oltre 700 iscritti al forum. “La strategia a lungo termine più importante contro il virus rimane la ricostruzione dell’economia dell’Africa occidentale, ha aggiunto.
Per quanto riguarda il personale sanitario presente nelle zone colpite, secondo gli esperti servirebbero tra 200 e 300 professionisti in più. Rimane inoltre da versare buona parte degli aiuti finanziari promessi dalla comunità internazionale: su un importo complessivo di 4,9 miliardi di dollari, solo 2,4 sono già stati erogati. Al tavolo della conferenza siede anche la Svizzera: la Confederazione ha stanziato per la lotta all'epidemia circa 30 milioni di franchi, fra interventi nei paesi più colpiti e contributi alle iniziative multilaterali.
ATS/ANSA/ludoC
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RG 12.30 del 03.03.15 - La corrispondenza di Tomas Miglierina