I disordini, che hanno caratterizzato tutta la giornata di venerdì, sono continuati anche in serata in Bosnia Erzegovina, soprattutto a Mostar. Nel capoluogo dell'Erzegovina,
dopo aver incendiato la sede del governo cantonale, quella dell'amministrazione cittadina e il municipio, i protestanti hanno demolito la sede dell'Hdz (il maggiore partito croato) e incendiato la sede dell'Sda (il maggior partito musulmano) situata nel più stretto centro storico.
Infine, è stata data alle fiamme la sede del Consiglio cantonale e due vicine case private e, per la prima volta, riferisce l'agenzia di stampa Fena, la polizia è intervenuta lanciando lacrimogeni e caricando i protestanti.
A Sarajevo la polizia ha disperso vari gruppi di manifestanti che poi in vari punti del centro cittadino hanno sfasciato vetrine dei negozi e incendiato i cassonetti.
A Zenica e a Tuzla, da dove è partita l'ondata di proteste la situazione è più calma, e la polizia ha fermato almeno otto persone.
Red. MM
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