I quotidiani locali, il Tribune e il Sun Times, titolano all’unisono all’elezione del Papa americano: “Chicago’s Pope”, addirittura in slang “Da Pope”. Ma in città l’orgoglio va di pari passo con la sorpresa, anche perché pochi conoscevano il neo-pontefice che ha trascorso metà della sua vita lontano dagli Stati Uniti.

Le prime pagine dei giornali
L’elezione di Robert Prevost rappresenta una sfida per la terza città del paese e per tutti gli Stati Uniti e racconta di una Chicago e di un cattolicesimo profondamenti cambiati. Per capirlo pasta andare nella South Side della metropoli: Riverdale, Dolton… nella periferia sud dove la famiglia Prevost si era stabilita dalla fine degli Anni Quaranta.
La chiesa frequentata dalla famiglia Prevost
La parrocchia di Saint Mary of Assumption è stata la culla della sua fede, qui ha preso i primi sacramenti, serviva a messa ed è andato a scuola, mentre la mamma Mildred, bibliotecaria, alla domenica dirigeva il coro durante le funzioni.

Foto di gruppo della scuola parrocchiale di St. Mary. Il futuro Papa aveva sette anni.
Oggi l’edificio è in rovina. La chiesa è abbandonata dal 1993, la parrocchia si è fusa con un’altra qualche miglio più a est. Dopo l’ascesa dell’ex parrocchiano, St. Mary è presa d’assalto dai curiosi e da chi un tempo la frequentava e si è già iniziato a reclamare la sua ristrutturazione.
L'edificio è in rovina
Scott Kuzminski è sei anni più giovane di Leone XIV ma si vanta di essere andato a scuola con lui, ricorda quando il piccolo Bob giocava a celebrare la messa a casa sua, riunendo i bambini del quartiere dando loro la comunione per finta. “Era chiara la sua vocazione, dice, diceva addirittura che voleva diventare Papa”

La chiesa è in stato d’abbandono e chiusa dal 1993
Poco distante vi è l’abitazione dove la famiglia Prevost ha abitato dal 1949 al 1996. Robert era il più piccolo di tre fratelli. Il quartiere oggi è ritenuto pericoloso, luogo di spaccio e violenze. Da un paio di anni la piccola casa è in vendita. Prezzo di mercato prima di giovedì 250’000 dollari. Ora è destinato a salire.
L’abitazione dove ha abitato la famiglia di Robert Prevost
Il futuro Papa ha capito presto la sua vocazione e la sua predilezione per l’ordine agostiniano in cui è entrato nel 1977. Padre William Lego ha trascorso tredici anni di seminario insieme a lui, dal 1969 al 1981, ed è certo “Lo Spirito ha scelto un uomo buono per essere Papa”.
Padre William Lego, parroco di St. Turibius, Chicago
Da giovedì, l’America e il mondo si interrogano se Leone XIV (o Pope Leo, come lo chiamano qui) potrà essere un contrappeso a Donald Trump, se in una chiesa molto divisa come quella statunitense lui sia un esponente dell’ala conservatrice o quella progressista.
Father Lego evita le etichette: “Se si guarda alla sua vita in Perù, ricorda, ha sempre lavorato con i poveri e ha cercato di assicurarsi che si prendesse cura di loro. Quindi presumo che ancora sarà così. Non so se si può mettere a sinistra, a destra o al centro…”

La Cattedrale Holy Name di Chicago
Nella prima metà degli Anni Ottanta, padre Prevost ha lavorato all’High School Santa Rita da Cascia: era l’assistente spirituale ed ha fatto alcune supplenze in fisica e matematica. Padre Tom McCarthy l’ha incontrato nel 1983 e da quarant’anni sono amici. “Bob è un grande ascoltatore e un gentleman”, racconta. “È vero, non finge, magari non sembrerà carismatico, ma non significa che le persone non siano attratte da lui, perché è veramente capace di ascoltare. Vuole bene alle persone ama e stare con loro”.

Il liceo agostiniano Santa Rita a Chicago
Alla fumata bianca giovedì, raccontano lui e il decano John Donahue, tutta la scuola si è radunata per assistere all’Habemus Papam e, dice padre Tom, “quando abbiamo visto il nostro Bob Papa Leone XIV, ci ha investito una grande gioia ed ho iniziato a ricevere messaggi da ex alunni, con vecchie foto e vecchi ricordi, era bellissimo e commovente vedere tutto ciò”.

Padre Tom McCarthy, amico da oltre 40 anni di Leone XIV
Sorpresi dalla gioia, i suoi confratelli di Chicago però non sono del tutto stupiti. “Si è sempre detto che non poteva esserci un Papa americano, chiosa Father Tom, ma io sapevo che ce ne fosse stato uno, questi sarebbe stato Robert Prevost perché lui è veramente un cittadino del mondo.
Parola di chi lo conosce da una vita. Ora anche Chicago e gli Stati Uniti inizieranno a conoscere il loro Papa, Pope Leo, Leone XIV.