L'ondata di attacchi xenofobi contro gli immigrati accusati di rubare il lavoro ai residenti - confrontati con una disoccupazione al 29% - che ad inizio settimana ha investito il Sudafrica, provocando la morte di 10 persone e oltre 400 arresti a Johannesburg e Pretoria, ha determinato una profonda crisi che mina la stabilità regionale.
Violenze xenofobe in Sudafrica, 5 morti
Telegiornale 04.09.2019, 22:00
Le violenze sono cominciate con il saccheggio e la distruzione di decine di negozi di proprietà straniera congolese, somala, pachistana e, soprattutto, nigeriana. Il Governo di Abuja ha richiamato il suo ambasciatore e nel paese si sono registrate proteste, attacchi agli interessi del vicino (catene di supermercati, compagnie di comunicazioni ecc.) e appelli al boicottaggio. Il Sudafrica ha replicato chiudendo le proprie rappresentanze diplomatiche sia nella capitale sia a Lagos.
Il confronto si è esteso coinvolgendo anche gli altri Stati dell'Africa subsahariana. Ruanda, Malawi e Repubblica Democratica del Congo, per esempio, hanno seguito l'esempio della Nigeria decidendo di boicottare il World Economic Forum in corso da mercoledì a Città del Capo.
Le tensioni coinvolgono anche lo sport e lo spettacolo. Lo Zambia, per motivi di sicurezza, ha deciso di non far disputare alla sua nazionale di calcio un'amichevole contro il Sudafrica e anche l'avversario sostitutivo, il Madagascar, ha rinunciato. Diversi cantanti, da parte loro, hanno aderito alla campagna #SayNoToXenophobiaAttacks annunciando, come fatto per esempio da Burna Boy, che non terranno più concerti nel vicino paese.
Il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa giovedì sera ha tenuto un discorso alla nazione nel quale ha invitato i concittadini alla calma, ha condannato le violenze avvenute nel suo paese affermando al contempo che "non vi è alcuna giustificazione per il saccheggio e la distruzione delle imprese di proprietà dei sudafricani".