L'accordo tra Pechino e il Vaticano discusso questa mattina a Roma dal segretario di Stato americano Mike Pompeo e il cardinale Pietro Parolin, segretario della Santa Sede, è "un tentativo di mettere insieme la volontà della Cina e la volontà del Vaticano nella nomina dei nuovi vescovi della Cina”. Sono parole di Padre Bernardo Cervellera, sinologo e direttore dell'Agenzia AsiaNews, che aggiunge: “l’obbiettivo è che non ci sia una nomina di vescovi non accettati dalla Santa Sede".
Sempre secondo Padre Cervellera, che ha concesso un’intervista alla RSI, per la Chiesa cattolica cinese questo accordo risolverebbe il problema della "scomunica dei vescovi" cinesi, un guaio che era assai frequente. Adesso infatti, "l'ultima parola" nella nomina di un vescovo spetta a Papa Francesco. Restano tuttavia "molti dubbi sul potere che ha questa benedizione finale del Papa" vale a dire, se potrà "cambiare un candidato e metterne un altro".
D'altra parte, la libertà religiosa in Cina non è migliorata dopo l'accordo ed è proprio questo fatto alla base delle critiche sollevate dagli Stati Uniti ed espresse da Mike Pompeo, il quale esorta Papa Francesco a non rinnovare l'accordo. A pesare, oltre a questo, è la mancata denuncia del Vaticano riguardo alle violazioni dei diritti umani in Cina. Silenzio, ipotizza Padre Cervellara, dovuto forse alla preparazione di questa intesa che potrebbe essere vista come un inizio e che forse porterà ad ulteriori dialoghi fra il governo cinese e il Vaticano.