A Washington c’è preoccupazione per il caos e le violenze che stanno investendo il nord dell’Iraq, dov’è sempre più prossima “una catastrofe umanitaria”. A denunciarlo giovedì è il portavoce della Casa Bianca, secondo cui: “la situazione delle minoranze religiose è allarmante e gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare il Governo iracheno nell'affrontare questa emergenza".
Un aiuto che, stando a indiscrezioni di stampa, potrebbe essere anche militare, con il bombardamento aereo delle basi dei jihadisti dello Stato islamico (IS). Indiscrezioni non smentite dal portavoce del presidente americano stando al quale: “Non ci saranno nostre truppe in Iraq; ogni eventuale azione militare sarà limitata nei suoi obiettivi”. La decisione di entrare in azione, secondo il New York Times, sarebbe comunque “imminente”.
Obama si prepara
Una questione delicata, sulla quale pure il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si chinerà giovedì notte, nel corso di una riunione d’emergenza a porte chiuse a New York.
Anche il Papa è sceso in campo lanciando un “appello alla comunità internazionale per porre fine al dramma umanitario in atto e perché ci si adoperi per proteggere i minacciati dalla violenza e assicurare aiuti agli sfollati”.
Chi scappa, chi insegue
Donne rapite e vendute
Tra le principali vittime delle violenze figurano le donne della minoranza Yazidi e quelle cristiane. Donne che, stando a quando denunciato da più fonti, sarebbero state rapite in gran numero nei giorni scorsi dai miliziani dell’IS
L'annuncio del portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest
Il, Josh Earnest: “gli Stati Uniti condannano fermamente l'attacco dei miliziani dell’IS. Queste azioni hanno aggravato una crisi umanitaria già drammatica e si sta avvicinando una catastrofe umanitaria con decine di migliaia di civili in fuga dalle persecuzioni”.