“Niente inizia con i fatti”, sostiene, “ma dalle interpretazioni”. Anche la storia. Lo diceva Nietzsche, lo ripete Vladimir Medinsky: ex ministro della Cultura, consigliere presidenziale e ora a Istanbul per guidare la delegazione russa nei colloqui con l’Ucraina.
Schivo, raramente sotto i riflettori della scena internazionale, Medinsky è una figura centrale nell’attuale sistema di potere russo. È lui l’autore della linea narrativa adottata dai manuali scolastici, e spesso anche dei discorsi presidenziali. Il suo metodo: mettere la storia al servizio della politica.

Nato nel 1970 in Ucraina da una famiglia russa legata all’esercito, Medinsky è cresciuto tra una caserma e l’altra, attraversando da vicino la transizione post-sovietica. Dopo gli studi all’Istituto di Relazioni Internazionali di Mosca, si è affermato come imprenditore nel settore pubblicitario negli anni ’90, poi parlamentare per Russia Unita, infine ministro della Cultura dal 2012 al 2020. Da allora è consigliere di Vladimir Putin.
Una questione di punti di vista
I fatti da soli non significano molto. Niente inizia con i fatti, ma con le interpretazioni.
Vladimir Medinsky
Il suo nome torna sulle pagine della stampa internazionale nel 2023, con la pubblicazione del nuovo libro di storia destinato alle scuole superiori russe. Il volume, firmato anche da Medinsky, propone una lettura semplificata di eventi complessi: Stalin è descritto come un leader efficace; il crollo dell’URSS viene imputato a un errore di Gorbaciov; circa trenta pagine sono dedicate alla guerra in Ucraina, senza fonti storiche e – secondo molti accademici, anche russi – fortemente propagandistiche. “Se ami la tua patria, la tua gente, la storia che scrivi sarà sempre positiva”, ha dichiarato Medinsky.
Ma la sua opera di riscrittura è cominciata ben prima. Dal 2007 ha pubblicato la serie Miti della Russia, in cui ribalta gli stereotipi negativi diffusi all’estero e propone figure controverse – come Ivan il Terribile – in chiave patriottica. I suoi libri, popolari nel paese ma criticati da numerosi storici, seguono una linea coerente: ridare prestigio alla Russia e legittimare l’operato del Cremlino. Con il tempo, il suo lavoro ha attirato l’attenzione di Vladimir Putin, notoriamente interessato alla materia, e Medinsky è diventato il suo interlocutore privilegiato per tutto ciò che riguarda la memoria nazionale.
Con il presidente russo Vladimir Putin in uno scatto del 2016
Secondo diverse fonti, è lui il principale ghostwriter di Putin; sarebbe anche l’autore del saggio del 2021 sull’Ucraina. In quello scritto – poi distribuito a tutte le unità del Ministero della Difesa e ripreso quasi integralmente nei nuovi manuali – il presidente afferma per la prima volta che l’Occidente stava trasformando l’Ucraina in un presidio “anti-russo”. Medinsky non l’ha firmato, ma c’è la sua impronta.
ucraini e russi a colloquio
Telegiornale 16.05.2025, 12:30