Svizzera

Atterraggi alpini, una tradizione discreta e ben regolamentata

Il video di un piccolo aereo decollato tra gli escursionisti sul Monte Rosa ha scatenato le polemiche ma in Svizzera esistono 40 aree autorizzate, principalmente su ghiacciai

  • Ieri, 14:34
  • Ieri, 15:12
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L'aereo che effettua la manovra sul Colle Sesia a 4’230 metri d'altitudine

  • IG/Luca Calzone
Di: RTS-Stéphane Deleury/ludoC 

Il video impressionante di un piccolo aereo che decolla in mezzo agli escursionisti sul ghiacciaio del Monte Rosa ha suscitato polemiche e incomprensione. Questo tipo di atterraggi in alta montagna fa però parte delle tradizioni in Svizzera ed è una disciplina soggetta a regole rigorose, come ricordano i colleghi di RTS in un approfondimento sul tema.

L’aereo filmato sabato scorso sul Monte Rosa operava in una zona dove tali manovre sono autorizzate. Si trattava di una delle 40 aree di atterraggio in montagna ufficialmente riconosciute dalla Confederazione. Questi siti, principalmente situati su ghiacciai, sono elencati nel piano settoriale dell’infrastruttura aeronautica. Tuttavia, non dispongono di alcuna segnaletica o infrastruttura.

Ventiquattro di questi possono accogliere aerei leggeri come il Piper Supercub che è atterrato sul Monte Rosa. Nella Svizzera romanda, i ghiacciai di Tsanfleuron, del Trient o del Petit Combin sono interessati. Il pilota ha tuttavia l’obbligo di assicurarsi che il terreno sia libero prima di atterrare.

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Monte Rosa, aereo sfiora scialpinisti - IL VIDEO

RSI Info 29.04.2025, 18:03

  • Instagram/Luca Calzone

Una disciplina molto regolamentata

L’Ufficio federale dell’aviazione civile non ha idea del numero di atterraggi di aerei privati sui ghiacciai del Paese. Per sua stessa ammissione, le sue statistiche non ne tengono conto da diversi anni. Ma se rimane una disciplina di nicchia, è comunque una disciplina praticata regolarmente.

L’accesso a queste zone è limitato a piloti appositamente formati. Per ottenere questa autorizzazione, è necessario accumulare 200 ore di volo, effettuare 250 atterraggi in montagna su almeno dieci siti diversi e superare un esame finale con un esperto.

In Svizzera, 277 piloti detengono attualmente questa abilitazione, secondo le cifre della Confederazione. Il loro aereo deve essere dotato di sci retrattili, indispensabili per questo tipo di terreno.

Una tradizione alpina discreta

Sebbene probabilmente meno praticato oggi, l’atterraggio in montagna ha una lunga storia. Il soccorso aereo in montagna è stato inizialmente effettuato con aerei dotati di sci. All’epoca erano più performanti degli elicotteri. Nel 1946, un famoso salvataggio ha permesso di riportare 12 passeggeri di un aereo militare americano che si era schiantato sul ghiacciaio bernese di Gauli.

Il vallesano Hermann Geiger è stato un pioniere a livello mondiale degli atterraggi in alta montagna fin dall’inizio degli anni ‘50, sviluppando tecniche per riuscirci. È stato infatti il primo a far atterrare un aereo sul Monte Rosa nel 1953. Il suo obiettivo era sviluppare il soccorso in montagna ma anche facilitare il rifornimento dei rifugi d’alta quota.

Sostituzione con elicotteri

Successivamente, l’elicottero, più versatile, si è imposto per il soccorso in montagna ma anche per attività turistiche come l’heliski. Una pratica contestata poiché gli elicotteri che trasportano sciatori devono atterrare, come gli aerei, su queste 40 aree ufficiali.

Ora il numero di atterraggi di elicotteri è raddoppiato negli ultimi 25 anni. Ma sono soprattutto i voli di addestramento ad essere aumentati, mentre l’heliski è rimasto stabile durante questo periodo. Nel 2023, poco più di 17’000 atterraggi di elicotteri sono stati segnalati da compagnie commerciali all’Ufficio federale dell’aviazione civile. La metà di questi serve alla formazione dei piloti. E questo è l’argomento principale avanzato dalla Confederazione: queste aree di atterraggio in montagna sono necessarie per la formazione dei piloti, da cui dipendono il soccorso e il lavoro in montagna.

L’altra metà rappresenta voli turistici e sono questi che le associazioni ambientaliste vogliono bandire, perché sono rumorosi ed emettono gas serra. Una petizione è stata infatti consegnata martedì dalla fondazione Mountain Wilderness all’associazione delle guide svizzere affinché rinuncino a questa pratica.

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