Svizzera

Ecco le fatture per i partecipanti svizzeri alla flottiglia per Gaza

Il DFAE chiede il rimborso delle prestazioni per la protezione consolare e le spese di emergenza

  • 8 minuti fa
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L'arrivo di alcuni svizzeri lo scorso 5 ottobre a Ginevra

L'arrivo di alcuni svizzeri lo scorso 5 ottobre a Ginevra

  • Keystone
Di: Juliette May (RTS), servizio orginale - ludoC, adattamento in italiano

Le fatture sono arrivate per i membri svizzeri della flottiglia per Gaza. Arrestati e imprigionati da Israele in ottobre mentre cercavano di rompere il blocco navale, hanno appena ricevuto una lettera dal Dipartimento degli Affari Esteri (DFAE) che chiede loro il rimborso delle prestazioni fornite dalla Confederazione a titolo di protezione consolare, nonché delle spese di emergenza.

A rivelarlo è la RTS, secondo cui il DFAE chiede ai cittadini svizzeri spese amministrative e di emergenza comprese tra 300 e 1’047 franchi. In totale, 19 partecipanti della “Waves of Freedom” e uno della “Thousand Madleens to Gaza” sono interessati da queste fatture. Secondo il DFAE, la differenza di importo riflette il carico di lavoro legato alla protezione consolare fornita a ciascun cittadino: interventi presso le autorità israeliane, visite in carcere più o meno lunghe, nonché disponibilità e assistenza al ritorno in Svizzera.

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Una fattura ritenuta incomprensibile

Sébastien Dubugnon faceva parte del gruppo espulso verso la Turchia. È stato infatti questo paese, e non la Svizzera, a pagare il loro biglietto aereo per il ritorno. Tuttavia, la sua fattura relativa alle spese amministrative ammonta a 300 franchi. Una somma che ritiene incomprensibile, perché secondo lui la Svizzera non ha fornito loro alcun aiuto. Mercoledì a La Matinale della RTS, ha spiegato che l’unico intervento consolare di cui ha beneficiato si è riassunto in dieci minuti di visita in carcere. “Abbiamo visto un rappresentante consolare che è stato letteralmente cacciato dopo pochissimo tempo, senza nemmeno vedere la metà di noi. E ci ha detto che non poteva aiutarci nemmeno lui”, ha sottolineato.

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Sensazione di abbandono da parte della Confederazione

Ha aggiunto che “non ha mai avuto contatti con un’assistenza consolare in Svizzera, né all’arrivo a Ginevra, né per telefono, né nient’altro”. Ritiene che i 300 franchi richiesti non riflettano alcun aiuto reale e si interroga sull’assenza di un rendiconto preciso. Per lui, la sua esperienza in Turchia equivale a un “abbandono totale” da parte della Confederazione.

I membri della flottiglia hanno 30 giorni per pagare le loro fatture, ma c’è chi ha già annunciato che farà ricorso.

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