Un semestre o uno stage all'estero rappresentano un valore aggiunto per ogni percorso formativo. Ma in Svizzera solo una scuola universitaria su nove raggiunge gli obiettivi internazionali e nazionali fissati per la mobilità studentesca. È quanto emerge dall'indice d'internazionalizzazione che si basa su uno studio commissionato nel 2021 e pubblicato giovedì da Movetia, l'agenzia nazionale per gli scambi e la mobilità.
Si tratta di raggiungere e superare una quota del 20% di diplomati con un'esperienza all'estero. Attualmente, secondo lo studio, a livello nazionale si arriva a una media del 15,7%: circa 8'300 studenti di approssimativamente 53'000 diplomati nel 2020 hanno svolto un semestre all'estero o uno stage internazionale di almeno tre mesi.
Soltanto quattro dei 36 istituti presi in esame raggiungono l'obiettivo: l'Università di San Gallo (52,6%), il Politecnico federale di Losanna (32,3%), l'Alta scuola pedagogica di San Gallo (27,7%) e l'Università della Svizzera italiana (26,3%). Sempre in Ticino, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) si piazza ai piedi della classifica con una quota del 6,6%.
L'analisi mostra che gli atenei più internazionali hanno una quota di mobilità più elevata. Su questo fronte, l'Università della Svizzera italiana risulta essere l'ateneo elvetico con il maggiore grado di internazionalizzazione.
Per incrementare la mobilità studentesca è dunque necessario - secondo Movetia - esporre il più possibile gli studenti a un ambiente internazionale. I principali fattori che fungono da incentivo spiccano in particolare: l'integrazione di elementi internazionali nei percorsi di studio, la promozione di un ambiente di studio internazionale e di condizioni attrattive per gli incoming (gli studenti ospiti da altri atenei).
La mobilità studentesca negli istituti elvetici