I bambini in Svizzera nascono di preferenza di venerdì. Il 16% delle volte, per la precisione, secondo i dati relativi al 2023 diffusi lunedì dall’Ufficio federale di statistica, che ha tenuto conto di 79’200 nascite avvenute in ospedale. All’ultimo posto c’è la domenica, con l’11%. In media, in un giorno feriale sono venuti al mondo 237 bambini, contro 181 nel fine settimana, e il perché è presto detto: la differenza evidenzia l’effetto delle pratiche che permettono di influenzare il momento della nascita, come i parti cesarei programmati (il 94% dei quali avviene in settimana) e le induzioni del travaglio.
Dei 79’200 parti citati, 14’626 sono avvenuti con taglio cesareo primario (ovvero programmato, non praticato di fronte a una situazione di emergenza) e 21’342 sono stati indotti, precisa l’UST nel suo comunicato. La situazione è diversa nelle case per partorienti, dove le nascite sono ripartite in modo equilibrato nell’arco della settimana e la differenza fra il giorno dove ne sono state contate di più, il giovedì, e quello dove se ne sono contate di meno, il mercoledì, è di meno dell’11%.
La quota complessiva di parti cesarei è in leggero aumento a partire dal 2019, e ha raggiunto il 34% nel 2023, una percentuale che colloca la Svizzera a fianco dell’Italia tra i Paesi europei con la quota più alta. Si rilevano differenze significative però fra i cantoni: si va dal 41% di Sciaffusa a meno del 30% in Turgovia e in Appenzello Esterno, oltre che nelle aree francofone dove in compenso sono più numerosi i parti indotti (uno su due a Ginevra contro meno del 22% nei Grigioni).
Cresce anche il ricorso all’anestesia epidurale: nel 2014 era utilizzata nel 38% dei casi, ora nella metà.