Anche l'Italia, come ha fatto la Francia, potrebbe chiedere alle imprese ticinesi che assumono frontalieri di versare i contributi sociali italiani, molto più elevati rispetto a quelli svizzeri.
Le imprese romande, infatti, si sono viste recapitare richieste di ingenti versamenti dallo Stato francese, come riporta un articolo pubblicato oggi (martedì) sul quotidiano Le Temps. Parigi ha fatto valere, infatti, una direttiva europea, che ha valore retroattivo, entrata in vigore nel 2012.
La normativa riguarda, ad esempio, i frontalieri che alternano periodi di lavoro e di disoccupazione, o che lavorano a tempo parziale nei due paesi contemporaneamente o in alternanza. "Le agenzie interinali sono le più colpite", ha dichiarato al quotidiano romando Nathalie Subilia, specialista del diritto del lavoro, citando il caso di una di esse a cui Parigi reclama 70'000 franchi di arretrati. In Svizzera i contributi sociali a carico del datore di lavoro rappresentano il 15% del salario lordo, in Francia il 47%.
"La Francia ha iniziato a controllare le imprese dell'arco lemanico, ma altri cantoni potrebbero essere penalizzati", ha aggiunto Subila. E anche le autorità dei paesi limitrofi, Italia, Germania e Austria potrebbero ora iniziare a fare pressione sulle imprese svizzere per applicare la direttiva.
ATS/M.Ang.
RG 18.30 del 23.12.2015 Il servizio di Mirko Priuli
RSI Info 23.12.2015, 20:14
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